mercoledì 26 gennaio 2011

Chi è??????

Ho fatto sega alla lezione di pilates…. Lo sciopero dei mezzi di oggi mi ha devastata che penso di non poter sopportare lezioni in cui mi dicono di stare in equilibrio in posizioni improponibili cercando di far attenzione a non far cadere la tazzina di caffè immaginaria che di volta in volta l’ insegnante ci appioppa sul ginocchio, sulla testa sull’addome.

Din – Don – Din – Don

Io e mia sorella ci guardiamo… sappiamo che non è Fab…. Ma allora chi suona? Non aspettiamo visite e siamo entrambe in pantofole e vestiti di casa.

- Chi è? – dico io al citofono

- I missionari - sento una voce rispondere dall’altra parte.

Come poter lasciare fuori la tua porta un missionario? Apro il cancello del palazzo. A riattaccare il citofono mi sentirei troppo meschina. Apro anche se siamo due mostriciattole con zero voglia di relazioni con il pubblico.

Mia sorella mi guarda con la faccia a punto interrogativo.

- Missionari – ho tempo di sussurarle prima di sentire anche il campanello di casa suonare.

Apro la porta e fanno capolino due bell’imbusti vestititi in abito nero, alti e slavati come tipico degli americani.

- Salve siamo Anziano James e fratello John possiamo entrare?–

Mi dice uno dei due, quello che sembra più il capoccia.
Anziano?????? ma se avrete più o meno la nostra età....

- Certo prego- diciamo noi un po’ interdette

Ci accomodiamo tutti in cucina. Tutti e quattro in silenzio ci guardiamo in attesa degli eventi.

Fino a quando uno dei due interrompe il silenzio con uno

- Sapete cosa sono i mormoni? –

Scuotiamo la testa come due imbecilli.

Inizia l’inferno. Ci attaccano un pippotto su tal Joseph Smith. Prima di lui disordine nel mondo, dopo di lui l’ordine.

Sono sul punto di chiederli quanto si prende ad ora per pulirmi casa, ma loro sono infervorati dal discorso. Chiedono un foglio e disegnano alberi, radici, mondo pietra stelle. Su questo foglio rappresentata la storia dell’umanità.

Non li seguo con facilità, ma non ci penso minimamente a chiedere ulteriori spiegazioni.

Io e mia sorella ci guardiamo allibite.

Con tutto il rispetto delle religioni, io non vengo a dire a te chi devi pregare…..insomma dovrebbe esser una scelta.

Preghiamo!

Oddio no, ora vogliono pure che preghiamo.

Teniamoci mano nella, mano.

A me viene da ridere: Io e mia sorella in cucina di casa strette mano nella mano con due mormoni americani a pregare. Cosa ci può essere di più esilarante?!

Per chi volete pregare? Mi chiedono.

???????? Oddio che ne so?????

Per me…… per te… per noi….che ne so?

- Ok, preghiamo allora per le vittime della caduta delle torri gemelle- suggerisce uno di loro.

E vabbè no, siamo in Italia, preghiamo per le vittime del terremoto in Aquila, puntualizzo io.

Facciamo le nostre preghiere, e se ne vanno.

Ci lasciano un libro

-Leggetelo e veniamo la prossima settimana per sapere se ci sono cose che non avete capito-

- Ma anche no….. grazie nessun problema come se avessimo accettato – risponde mia sorella atterrita dall’idea che possa diventare un appuntamento settimanale.

Insistono. Non c'è verso di ridarli il libro.

La prossima settimana noi non ci siamo, e per i prossimi mercoledì il pilates per me diventerà un appuntamento imperdibile.

lunedì 24 gennaio 2011

Dieta

Io e Fab abbiamo deciso di metterci a dieta.

- Oddio Fab… mi sento Fiona….devo dimagrire…. Ho l’impressione che il nostro matrimonio sarà tipo quello di Shreck e Fiona se non ci mettiamo a dieta –

Dopo alcune chiacchiere sull’argomento decidiamo di darci una possibilità senza dietologo. Fab qualche anno prima era stato in cura presso uno specialista che lo aveva trasformato da l’uomo armadio al Fab che ho conosciuto io.

Più che una dieta vera e propria sono norme di buona alimentazione…. Evitare fritti, evitare alcolici, limitare assunzione di carboidrati. Cose che di per se sappiamo entrambi benissimo,ma se te lo ritrovi scritto ad un foglio attaccato al frigorifero, ogni volta che lo apri per arraffare la prima cosa che ti capita a tiro, hai quanto meno qualche minuto di sensi di colpa.

Decidiamo quindi di approfittare della domenica per prendere da casa sua la nostra dieta, il nostro dogma la nostra nuova via di speranza.

Ci apre la madre.

Chaicchieriamo, parliamo del più e del meno.

Fab tra le tante cose dice che vuole salire in stanza a cercare la sua vecchia dieta, perché lui ed io abbiamo deciso di metterci a stecchetto.

- Ma noooooo, ma state benissimo….. Ma bussola tu mi sembri dimagrita????? –

Io commossa alle parole della madre rispondo

- Macchè signora, dopo le vacanze di Natale ho messo su peso….. magari fossi dimagrita –

Sento la voce del padre che entra da un’altra stanza alle mie spalle che ascoltando parte del discorso ritiene opportuno intervenire e dire la propria

- Effettivamente vista da questo lato non si direbbe che è dimagrita.-

Che tuo futuro suocero guardi il tuo lato B, lo soppesi e ne declami una triste sentenza… è una delle cose più umiliante che possa capitare ad una donna.

Quando in macchina commento con Fab la cosa lui risponde – Ma no, scherzava, è il suo modo per farti sciogliere. Vede che sei ancora a disagio e vuole scherzare per farti rilassare –

- Sappi che quando fra qualche anno mi troverete sulla terrazza di un 5° piano che minaccio di volermi buttare giù, sarà anche merito dell'ironia di tuo padre –


Vi lascio la foto del nostro week-end di progetto-casa nostra. Ecco la casa che vorremmo che fosse.
Vi lascio anche il sito
gratuito per chi si volesse cimentare a giocare al piccolo architetto.

PS: Notare la finezza di mettere Fab ai fornelli e me sdraiata sul divano a guardare la televisione


venerdì 21 gennaio 2011

A volte mi deprimo

A volte mi deprimo :(

All’inizio ero così entusiasta: compravo riviste di arredamento, navigavo su internet nei diversi siti specializzati, immaginavo colori, stampe di foto di Fab da appendere sulle pareti, buttavo giù su carta schizzi di possibili composizioni o progettini. Volevo realizzare la casa dei miei sogni, la mia grande rivincita nei confronti di Barbie che da sola si poteva permettere una casa a 5 piani.

La mia non sarebbe stata così grande ma di sicuro molto bella.

Puntualmente poi con il sorriso sulle labbra andavo a far vedere a qualcuno il mio piccolo progetto, come la mia prima e grande opera e ricevevo alzate di sopracciglia, visi a punti interrogativi, arricciate di naso.

E ad ogni alzata di sopracciglia io mi deprimevo sempre più.

Quando Fab l’altro giorno mi ha esposto il suggerimento del suo compagno di calcetto espresso nello spogliatoio mentre si facevano la doccia su come deve aprire lo sportello della lavatrice e come deve essere incassata questa, sono esplosa a piangere. Tutti, dobbiamo ascoltare i suggerimenti proprio di tutti????

Ho passato due giorni in silenzio, o meglio ho parlato il minimo indispensabile.

- Cosa hai? – mi chiedeva Fab

- Niente, è che sto perdendo l’entusiasmo –

Mia sorella serafica invece commentava il mio stato d’animo

- Tranquilla è il matrimonio…. E pensa che è solo l’inizio…. E’ normale….. o almeno spero del resto non sono sposata –

Finchè dopo due giorni Fab mi ha preso a quattr’occhi e mi ha detto

- Dimmi la verità…. Ti stanno venendo dubbi? Hai perso l’entusiasmo anche nel nostro matrimonio? –

L’ho guardato dritto negli occhi ed ho sentito chiaramente che io senza quegli occhi buoni non potevo più vivere.

- No, su quello non ho dubbi –

- E allora facciamo una cosa…. Venerdì sera rimaniamo a casa…. E ci progettiamo quella che sarà la nostra casa… ce ne freghiamo di tutti…. Anzi sai che faccio ti mando l’invito mediante la posta di outlook ad una riunione di progettazione della nostra casa…. Lo hai mai visto come si fa?

Ho scosso la testa, pensavo fosse una funzione valida solo per dipendenti di uno stesso ufficio e non che si potesse usare anche all’esterno.
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Questa mattina aprendo la posta del lavoro mi è comparsa un’icona: Fab ti invita a casa tua dalle 20.00 alle 22.00 per riunione progettazione casa nostra rispondi: accetta, rifiuta o invia una risposta.

mercoledì 19 gennaio 2011

Aiutooooooooooooooooooooooooo

E’ sabato e io e Fab decidiamo di uscire alla ricerca di idee per un divano. Un divano che deve essere ad angolo, piccolo, bellissimo e costare pochissimo.

Mia sorella è in giro per librerie. Mentre ci dirigiamo verso la macchina decido di chiamarla per avvisare che stiamo uscendo. Ravano nella mia borsa ma esce di tutto: chiavi, portafogli, libro di lettura, blocco, badge del lavoro, specchietto, una penna….tutto tranne il cel.

- Mi sono dimenticata il cellulare a casa – dico a Fab

Lui solleva le spalle

- Dai non torniamo a casa altrimenti facciamo tardi….. tua sorella sicuramente se non ti trova chiamerà me come fa normalmente-

Penso che in fondo ha ragione e non vale la pena tornare a casa a prendere il cellulare.

Raggiungiamo la macchina e ci mettiamo sulla via di Divani & Divani.

Ovviamente non lo troviamo subito… ma dopo uno, due tre giri lo avvistiamo. Trovare parcheggio è un’impresa anche questa da non sottovalutare ma siamo fortunati e vediamo poco davanti a noi una lancia y che esce da un parcheggio. Ci buttiamo subito dietro.

Fab chiude la macchina e mi prende la mano.

Nemmeno pochi minuti e porta le nostre mani giunte insieme, davanti ai suoi occhi ed esclama

- Ma l’anello dove è? –

Scusa??????????????

Questa volta sono io che tiro le nostre mani giunte verso la mia parte per vedere bene. L’anello non c’è!

Oh ca**oooooooooooooo!

Sciolgo la mia mano dalla sua per esser certa di quello che vedo, ma l’anello non c’è. Mi guardo anche l’altra sperando che sia solo un fenomeno di reincarnazione dell’anello da una mano all’altra.

Niente. E’ un tipo di fenomenologia che sugli anelli non funziona.

Guardo Fab terrorizzata! Non è possibile…. Non sta succedendo a me.

Ho perso l’anello di fidanzamento per cui lui si è svenato in un momento in cui i soldi ci servono per mettere su casa. Tempo venti giorni ed io ho perso l’anello. E’ un incubo!

- A casa prima di uscire ce lo avevo…. Ne sono sicura. L’ho guardato ed ho riflettuto sul fatto che mi stava un po’ grandino. –

A me trema la voce mentre Fab è calmo. Ma non mi tranquillizza il suo stato d’animo. Lo avrei preferito arrabbiato, in modo da poter ribattere mandando improperi a tono. Quando fai un guaio e l’altro non si arrabbia hai sempre paura che lo hai ferito a morte.

- Torniamo a casa e cerchiamo lì. – mi dice

E’ passata ad entrambi la fantasia di andare a girare per divani come due piccioncini innamorati.

Cerco di riflettere dove posso averlo perduto: in casa o in macchina. Non ho fatto molta strada dall’ultimo avvistamento. Penso che ho anche fatto il percorso a piedi fino al garage, ma l’idea di averlo fatto cadere in quel tragitto è troppo terribile da sopportare.

Rientriamo in macchina e provo a guardare sotto al tappetino del posto passeggeri ma niente.
Mi rintrona nel cervello la voce e lo sguardo della madre quando mi ha rivista dopo le vacanze di Natale
- Ti è piaciuto l’anello?….. quando lo ha comprato Fab era così emozionato, lo avresti dovuto vedere –

E io mi sento morire al ricordo di quelle parole.

Cerco nella borsa mentre Fab guida la macchina a ripercorrere la strada verso casa.

- Non cacciare tutto, la svuotiamo a casa. E’ meglio – mi dice durante una pausa al semaforo

Al tatto sento sotto i miei polpastrelli le chiavi di casa, il portafogli, la solita penna, l’agenda un soldino …. E poi qualcosa di familiare.

Lo estraggo fuori dalla borsa velocemente e lo rivedo….bello più che mai….. L’ANELLO!!!!

Me lo rinfilo velocemente al dito davanti ai suoi occhi e poi esplodo in una valle di lacrime per l’emozione di averlo ritrovato. Lo avevo perso mentre cercavo il cellulare per chiamare mia sorella.

Fab non riesce più a calmare le mie lacrime.

domenica 16 gennaio 2011

Dal parrucchiere 2° puntata

Mia sorella oggi si sente un po’ triste ed ha deciso di venire con me dalla parrucchiera per non rimanere da sola a casa.

Ho appuntamento alle 14.30. Stesso parrucchiere e stesso colore, non voglio nessun cambiamento nella mia vita: quelli che avvengono indipendentemente dalla mia volontà sono già sufficienti.

Arriviamo in orario. Ci guardiamo intorno ma nel salone lei non c’è. In compenso il salone pullula di familiari della parrucchiera: il cognato che sta tagliando i capelli ad un ragazzino, il padre fans sfegatato di Renato Zero, la madre catatonica, il figlio quindicenne molto british, la sorella della parrucchiera (mai vista prima), la nipote di 3 mesi (anche questa mai vista prima), e ovviamente l’immancabile cane Zero (come il cantante).

Nessun cliente nel salone oltre al ragazzino. Io e mia sorella ci guardiamo: c’è una tensione che si taglia a fette.

Premessa: Avendo frequentato il salone per circa 6 mesi ora conosco diversi particolari della vita della parrucchiera. E’ una donna sola, e vive con il figlio molto british e il cane Zero, a casa della madre e del padre. Ad Ottobre la stabilità familiare è venuta a vacillare perché la parrucchiera ha conosciuto un ragazzo portoricano, nulla tenente e nulla facente che attende che la sua vita svolti grazie ad i soldi dell’assicurazione per un grave incidente.

I genitori della mia parrucchiera non sopportano il tipo: non saprei dire se per le grandi aspettative della sua vita o per sana gelosia.

Qualcosa ci dice che la tensione è da imputare agli strascichi di questa storia. Ad ogni modo il ragazzino quindicenne quando ci vede nel salone dice – aspettate che vado a chiamare mamma!-.
Io e mia sorella buonine buonine ci sediamo.

La sorella della parrucchiera inizia a parlare a manetta sventolando la bambina di qua e di là. – Aspettate L. vero? Lei è parrucchiera io no. Io so solo pulire. Bisogna conoscere la geometria per fare la parrucchiera. Si bisogna conoscere la geometria. Non puoi mettere il colore come ti pare devi prima fare la riga e poi prendere una ciocca. E poi l’altra ciocca. Io non lo posso fare. Io so solo pultire. Bella mia figlia vero? Guardate quanto è bella mia figlia.- Prende la figlia e quasi ce la sbatte in faccia.

Ok! Decisamente bella tua figlia!

Io e mia sorella non abbiamo bisogno di guardarci sappiamo che entrambe abbiamo diagnosticato la stessa patologia: soggetto di sesso femminile affetto da abuso di sostanze stupefacenti. Ultima somministrazione: decisamente recente!

La mia parrucchiera entra nel salone: deo gracias. Finalmente un soggetto normale! Peccato che abbia un aspetto plumbeo. Mi indica di prendere posto sulla poltrona per mettermi la crema.
La sorella schizzata nel frattempo decide di uscire per andarsi a fumare una sigaretta.

Mentre la parrucchiera mi inizia a pettinare i capelli partono delle battute al vetriolo tra padre e figlio.

- Tu F lo devi lasciare! Hai capito?! F lo devi lasciare!- tuona il padre

La parrucchiera risponde – Ho quaranta anni: decido io con chi voglio vivere. E voi mi dovete lasciare-

- Se tu vendi il negozio e vai a vivere a Milano con F, il bambino rimane con noi!

- Il figlio è mio. Io non vado a vivere con F ma con voi col cavolo che ci resto. Io mi prendo mio figlio e me ne vado dove ca**o voglio io!

“Bene appurato ciò, potresti pettinarmi i capelli con più grazia?” sono sul punto di dirle ma capisco che ha deciso di passare al colore. Prende il tubo del colore e lo spreme con tutta la rabbia che ha in corpo nella solita vaschetta di plastica.

Io guardo mia sorella “Ti prego salvami!”. Troppo tardi prende una ciocca e inizia a impiastricciarla di colore. Capisco che il mio destino è segnato!

In quel momento entra nel salone l’amica della parrucchiera, che saluta e noncurante inizia a giocare con la nipotina.

Mentre la parrucchiera continua a impiastricciarmi i capelli, il padre tuona verso la donna appena entrata in stanza.

- Tutta colpa tua! Tu la dovevi lasciare in mezzo ad una strada questa puttana!!!! Mi stai sentendo!???? Chi ti ha detto di prenderteli tutti a casa tua!!!!!-

La signora che chiaramente ha afferrato poco della discussione dice – Innanzitutto abbassi il tono della voce che siamo in un luogo pubblico e poi a casa mia decido io chi far entrare o meno”

Alla parrucchiera, a differenza della sua amica, parte il sangue al cervello e inizia a sbraitare – Papà vattente! Esci subito dal locale! Il locale è mio se non te ne vai subito io chiamo i carabinieri!-

La risposta non tarda ad arrivare – Questo locale è anche mio perché tu lo hai fatto anche con i soldi miei!-

La parrucchiera allora si avvicina al telefono, non so se per far finta o per chiamare realmente il 112.

La madre sessantacinquenne le si butta contro e inizia a prenderla a borsate in testa. La parrucchiera è una che non incassa: e risponde a cornettate di telefono. Il ragazzino a cui stavano facendo il taglio prende e scappa dalla sua poltrona di torture. Io dal momento che ho mezza testa con la tinta e mezza senza mi limito ad alzarmi. La sorella schizzata e tossica vede tutta la scena da dietro il vetro e decide di entrare come un tornado e di buttarsi al collo della parrucchiera. A questa massa di persone si aggiungono pure i due uomini non si sa bene per picchiare chi o per liberare chi.

La vetrinetta con telefono, campioncini, e vasetti di vario genere cade per terre e si rompe in mille frantumi. Per terra si diffondono cocci e pezzi di vetro.

Le persone sono una massa di animali che se le danno di santa ragione!

Mia sorella mi lancia uno sguardo perentorio – Andiamocene! Quanto tempo vuoi stare ancora in questo manicomio!-

Io le faccio segni in testa - Dove cavolo vado conciata così!?-

Ad un tratto sentiamo un fischio assordante! Per un attimo tutto sembra fermarsi compresa la massa umana in agitazione. Entra un nonnino delizioso con un fischietto in bocca che orgogliosamente dice – Io appartengo all’ordine pubblico!-

La sorella schizzata della mia parrucchiera gli si avvicina e gridando dice – E ora ti arriva uno sberlone!!! – e nemmeno il tempo di finire la frase molla un ceffone al povero malcapitato con una tal forza da far quasi girare su se stesso il vecchietto.

Accorre anche il meccanico che ha l’officina vicino e cerca di allentare il groviglio umano di corpi.
La parrucchiera grida con tutta la voce che ha in corpo – Ca**o ve ne volete andare tutti da qui! Non vi voglio vedere mai più –

Per la prima volta sembrano veramente darle ascolto. Escono dalla stanza e gridando e sbraitando se ne vanno.

Il povero ragazzino piange e raccoglie i cocci di quella sua stanza e probabilmente delle loro vite.
Io mi risiedo alla mia poltrona. Facciamo tutti finta che non sia successo niente. La parrucchiera abbassa la saracinesca e mi finisce di fare la tinta piangendo. Il figlio provvederà a chiamare tutti i clienti e a disdire i successivi appuntamenti: il salone sarà chiuso per tutta la successiva settimana.

Pago e me ne esco.

Mia sorella era venuta dalla parrucchiera perché si sentiva un po’ triste; ringrazia beffardamente la sorte: ora ci portiamo entrambe una tragedia umana dentro!

PS: Per diverse ragioni la storia è stata abbreviata! Vi lascio alcune foto scattate lo scorso weekend in Abruzzo








mercoledì 12 gennaio 2011

Tema della V elementare- Ore liete e di trambusto a casa mia

10/11/86

classe V elementare - Istituto Gioacchino Rossini

Tema di Italiano: Ore liete e di trambusto a casa mia

Bussola scrive

A casa mia di ore liete ce ne sono ben poche: noi siamo tranquilli sereni e felici quando la domenica andiamo tutti nel letto matrimoniale di mia madre e di mio padre e lì ci mettiamo a giocare: al gioco dei mimi, al gioco delle città, degli animali e degli indovinelli ecc.

Poi stiamo bene anche quando la sera mangiamo e stiamo tutti riuniti e così mio padre può parlare alla mamma dei suoi problemi, delle sue vacanze, delle partenze, poi mia sorella dice i suoi miglioramenti nel scrivere le vocali invece io parlo dei bei voti che ho preso a scuola, i compiti che avevo per casa e leggo gli avvisi di scuola.

Invece di trambusto ce n’è molto di più:quando ci alziamo la mattina e mia sorella non può fare a meno di andare al bagno e se è occupato, si mette a tirare pugni e calci alle porte finché non gli aprono. Poi a colazione c’è chi vuole il latte con i biscotti, chi il panino con il pomodoro ecc.

Il vestire è ancora peggio: c’è mia sorella che non vuole i pantaloni ma vuole la gonna, poi non le piace il maglione verde con disegnata una cravatta perché dice che è da maschio e comunque arriva l’ora che andiamo a scuola e la casa ridiventa calma.

Altro trambusto è quando dobbiamo andare in vacanza in Puglia, allora mio padre giusto che è un viaggio lungo porta la macchina a fare un giro per vedere se è tutto a posto, mia madre prepara intanto le valigie e mette sotto sopra mezza casa.

Il peggio viene quando dobbiamo caricare tutto nel carrello e così chi entra , chi esce, chi non sa che prendere, chi dà impiccio; però un privilegio lo abbiamo quello di abitare al piano terra e così non c’è molto caos. Io per non dare molto fastidio esco e vado a giocare con le mie amiche: infondo faccio la cosa migliore


PS: La foto è precedente di due anni.... ma sono a Roma e la maggior parte delle foto di quel periodo a Lecce.... è il massimo che sono riuscita a fare ;)

lunedì 10 gennaio 2011

Di nonne e di altri dintorni

Ricordo quando presentai per la prima volta Fab a mia nonna un paio di anni fa. Era seduta davanti al caminetto e mentre ci sistemava il tovagliolino sulle ginocchia, suo personale rituale per servici il the mi disse

- Si, me lo aveva detto tua madre che ti eri fidanzata… quando l’ho saputo ho pensato che è proprio vero che nella vita non bisogna mai perdere le speranze….chi lo avrebbe mai detto che ti saresti fidanzata… -

Il fatto che mi fossi presa una lunga pausa riflessiva dopo la mia precedente storia seria, intervallata di tanto in tanto da amicizie più o meno occasionali e più o meno disastrose, mi aveva fatta apparire agli occhi di mia nonna non molto differente da un barattolo di pelati esposto al supermercato come offerta speciale in quanto prossimo alla scadenza.

Pensando quindi di rendere ancora più accattivante l’acquisto del qui presente barattolo in via di uscita dal settore aveva deciso di intraprendere una forte operazione di marketing nei confronti di Fab.

- Hai fatto bene a decidere di fidanzarti con Bussola. E’ una ragazza seria di quelle che non escono mai di casa, di quelle che si occupano solo della casa e dei figli. Non come quelle che si vedono in televisione. Lei sta bene a casa. –

Mia nonna aveva chiaramente un’immagine eccessivamente edulcorata dell’indole di sua nipote. Non gliela cambiai perché non mi sembrava il caso

Quando salutammo mia nonna e ci mettemmo in macchina Fab mi disse
- Da oggi, si cambia regime. Tu a casa a far le pulizie come dice tua nonna e io fuori a divertirmi :P

Dopo un anno andammo a Bari a conoscere la nonna di Fab. Lui la chiama la Montessori, donna dal forte temperamento, laureata in lettere e che per tutti gli anni dell’adolescenza era stata lo spauracchio di Fab e di sorelle e cugini quando dimostravano disattenzioni in italiano, latino e compagnia cantando.

Quando la conobbi, mi fu subito molto simpatica. Probabilmente è rimasto poco della scorza dura di un tempo. Parlammo del più e del meno come consono a due che si conoscono da poco.

Interruppi la conversazione per assentarmi un attimo e andare in bagno. In quel frangente Fab approfittò per chiedere un po’ di impressioni a pelle alla nonna.

- Bhe nonna come ti sembra? –

La nonna rispose

- Si vede che ha studiato, parla bene l’italiano –

Quando Fab me lo riferì mi chiesi con che razza di troglodite si accompagnasse prima di conoscere me

Questo we siamo andati a trovare una mia amica a Pescara, Chieti. Lei era molto dispiaciuta perché sono stati giorni di nebbia fuori dal comune e quindi questo non ci ha permesso di apprezzare bene la città. Io trovo che sia stata di una bellezza surreale….e per questo suggestiva. Vi propongo le foto










lunedì 3 gennaio 2011

Aggiornamenti post vacanze

Le vacanze sono andate bene….sono stata a Lecce in famiglia, nei miei luoghi con la mia gente.

Sono state vacanze serene anche se troppo brevi e riparti sempre con il dispiacere di non aver potuto vedere tante persone, un po’ per mancanza di tempo e un po’ perché ti sei impigrita e sei stata fedele compagna di un caminetto acceso e di un buon libro.

Fab mi ha raggiunto giorno 29 e per forza di cosa mi sono scrostata da quella poltrona davanti al caminetto che iniziava ormai a prendere la mia conformazione.

Abbiamo passato la notte del 31 con le mie cugine ad Otranto , che essendo il luogo più ad est d’Italia vede sorgere la prima alba del nuovo anno per la nostra nazione.

Il comune organizza di anno in anno un concerto. Questo è stata il turno di Nilla Zilli, donzella molto amata soprattutto dal sesso forte (fab per nulla escluso).

Aspettando il nuovo anno ho ballato, gridato, esultato e mi sono dimenata come nemmeno una diciottenne. Dovevo far pipì ed anche per questo ballavo più forte… se mi fermavo ero spacciata.

Capodanno invece l’ho passato con il vomitino……38 e mezzo di febbre e un desiderio irrefrenabile di dividere le mie disgrazie con il waterino.

Il 1° a sera mia madre ha decretato dopo l’ennesimo vomitino che non potevamo più aspettare e che erano necessarie punture di plasil…..

Che cosa???????????? Punture???????????????? Ma la mia ultima risale alle scuole elementari??????? Ma stai scherzando????????

Di dietro Fab e mia sorella assentivano come due professori associati di una cattedra in Farmacologia….”Si si punture di plasil” con i loro capoccini che andavano avanti e indietro.

- vi odio!!!!!! - pensavo

Ringraziando il cielo il cassetto dei medicinali di casa nostra era sprovvisto di fiale di plasil mentre conteneva una confezione in compresse

- Ho contrattato, e sono riuscita a mediare con mia madre….- Ok provo…. Prendo una compressa se poi la vomito, cedo e ed esci a comprarmi le punture –

Di dietro Fab e mia sorella
- Tanto la vomita –

Fortunatamente l’ho mantenuta….. e il vomitino si è placato.

Il giorno dopo ero già in viaggio verso Roma.

PS: Alcune di voi mi hanno chiesto se la goccia ha scavato la roccia?!?!…. Bhe si….mi è arrivato un pacchettino contenente no splendido anello e un biglietto con scritto "non prendere impegni per giorno 1 ottobre che ti porto a cena"…..

(si è lasciata la porta aperta non specificando quale cena.... :P). La parola matrimonio per un uomo si ferma tra le due tonsille e rischia di portare al soffocamento

Epilogo finale e scontato di queste vacanze…..io ho messo su qualche kg e la mia tartaruga ha perso qualche grammo…. Speriamo entrambe nella bella stagione per rimetterci in forma :)
Siamo entrambe timide quando si tratta di questi discorsi e per questo abbiamo nascosto viso e peso


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