mercoledì 28 marzo 2012

Piano ferie


“Bussola…..ho iniziato a fare il mio piano ferie….”

“A noi ancora non l’hanno chiesto…. E quindi?”

“Vediamo un po’….. ora ci prendiamo due giorni in questa settimana per andare a Siviglia per festeggiare il tuo compleanno e la laurea di tua sorella….. a Pasqua abbiamo detto che non prendiamo nemmeno un giorno”

“…. Si perché rimaniamo a Roma”

“infatti….. poi in estate purtroppo quest’anno ho le ferie obbligate….. una settimana ad agosto e le prime due a settembre”

“oh no…. Ma che palle!!!!!....a settembre?????”

“si lo so…. Tu se vuoi prenditele tutte ad agosto…. Io vado dai tuoi da solo a settembre….povero e ramingo…...mi faccio il bagnetto con le paperelle….. preparo castelli di sabbia…. Solo sempre da solo…..Mi faccio coccolare da tua madre…. Questo mentre tu sarai a Roma a lavorare”

“ok…. Ora vedo…. Cerco di organizzarmi le vacanze anche io per quel periodo”

“poi c’è Natale….. ma per quello mancano ancora 9 mesi”

“già….”

“Ma pensavo… a proposito….. se a Natale mancano quasi perfettamente 9 mesi…. 25 marzo...25 dicembre…..marzo… aprile….maggio… etc sono nove mesi, no?”

Mentre parla conta i mesi sulle dita delle mani confermando che sono perfettamente 9 mesi.

“Considera una settimana a ritroso….”

“Considero cosa?????”

“Arriviamo a ritroso al 19 Marzo…… quindi riflettevo che Gesù è stato concepito  da Maria e Giuseppe il giorno della festa del papà….se consideriamo la settimana gestazionale….insomma Giuseppe e Maria…. Il giorno della festa del papà….eh eh…. Tu mi capisci che intendo….”

“Interessante teoria…. Rimane giusto una cosa da spiegare….. Maria e Giuseppe non hanno concepito Gesù nel modo …” eh eh…. Tu mi capisci che intendo….” da te definito….. ma Gesù è stato concepito per immacolata concezione”

“Seeeeee ma va là…… immacolata concezione….. ancora con questa storia….Tu sei una di quelle che crede ancora alla cicogna…. mi fai tenerezza a volte”

lunedì 26 marzo 2012

Siete voi che siete imbranati

Quando le tue cognate ti chiedono la cortesia di tenere i bambini per una mezza giornata causa trasloco di una delle due, pensi che la situazione è sotto il tuo pieno controllo e ce la puoi fare.

I tre bambini adorano te e tu adori loro, quindi quale migliore occasione per divertirsi un po’ tutti insieme….
Decido quindi di ritornare io un po’ bambina e far diventare loro un po’ grandi, tanto per accorciare le distanze. Compro quindi per tutti grandi e piccini, dei grembiuli personalizzati con i propri nomi, oltre a dei cappelli da cuoco, e pianifico di dedicare la giornata alla preparazione dei biscotti alla farina di grano saraceno.
A me il metodo Montessori me fa ‘na pippa!

Nei giorni precedenti organizzo il tutto, compro i grembiuli, gli ingredienti per i biscotti, e preparo anche dei piccoli attestati per ricordo della giornata. Chiamo anche mia sorella per chiedere la sua disponibilità, ad un aiuto extra ai fornelli.

“Ho pensato a tutto” mi dico, e ne sono quasi convinta.
Lo continuo a credere fino a quando la sorella di Fab mi dice per telefono
“Non ti preoccupare, la piccola te la mando completa di tutto, pannolini e tutine per cambiarla”
Non ho il coraggio di dir nulla. Quando riattacco, racconto la telefonata a Fab

“Mi ha detto che ci manda i pannolini?!?! Io non so nemmeno da dove iniziare ….. ma come facciamo se se la fa addosso?????….anzi no….Se succede ci pensi tu….. Ti sei sempre vantato con i tuoi amici che grazie ai tuoi nipoti hai maturato con i bambini una grande esperienza…. E che non hai alcun problema nel cambiarli”

Fab trasale
“Ma lo dicevo così per dire…. È accaduto una sola volta…..e chi se lo ricorda più come si fa”

“Vabbè se lo hai fatto una volta …..ci riuscirai benissimo anche una seconda….allora siamo intesi…. A cambiarlo ci pensi tu!”
Lui annuisce, non molto convinto.
Arriva, il sabato. La mia casa si popola di nanerottoli. Spiego le regole della giornata ai nipotini gongolanti all’idea di far i biscotti come i grandi. Mame cara dirige le manovre in cucina, misura gli ingredienti con grande maestria. Insieme leggiamo la ricetta, e di volta in volta coinvolgiamo i bambini nelle fasi più semplici, che nella preparazione dei biscotti sono molte.
Procede tutto splendidamente, fino a quando non si sente un olezzo nauseabondo provenire da sotto il tavolo. Mi chino a guardare cosa è successo e non ci metto molto tempo a capire che proviene da un angioletto biondo che gioca serafico con un bambolotto

“Faaaaaaaaaaaaaaab è arrivato il tuo momento?!?!”
Lo chiamo. Giunge a monitorare la situazione e subito dopo lo vedo sfilare da dentro la sua tasca il suo cellulare.

“Non ci penso proprio…. Ora chiamo mia sorella e le dico di venirsela a cambiare da sola…..”
Parla due minuti e vedo che chiude la telefonata borbottando

“Odio quando io parlo di cose serie e queste mi prendono in giro”
Si decide quindi a prendere la bambina e a portarla nella stanza da letto. A me scappa da ridere.

“Però tu vieni almeno…” Più che una preghiera è un’imprecazione.

La bimba in tutto ciò non dice nulla. Si lascia portare nella stanza.
Decido di prenderla io, di sdraiarla sul letto e iniziare le prime manovre.
Quando apro il pannetto si scatena una puzza pestilenziale….. la bambina è tutta piena di cacca

“Oh madonna… e ora?.... Fab che si deve fare”
Lui scappa e corre in bagno.

“Mi sto sentendo male…..Non ce la posso fare…. Sto male….” Ha dei conati di vomito.
Mi irrito

“Guarda che ci dovevi pensare tu???? Dimmi almeno  che devo fare????”

“Non so…. Io sto male.... veramente sto male….E’ una puzza pestilenziale... sto morendo”
Sento altri conati di vomito.

Guardo la bambina. E’ un angelo biondo, con gli occhi azzurri come il mare. E’ un angelo ricoperto di cacca, e io non so cosa fare. Lei se ne sta lì che non dice nulla e mi guarda, aspetta gli eventi e io con lei.
Ci guardiamo alcuni minuti negli occhi in attesa che accada qualcosa. Nessuno delle due sa come rendersi utile.

Sento Fab che chiama mia sorella, e le chiede se può venire in mio soccorso. Lei lascia i biscotti, i bambini più grandi e ci viene a salvare.
“Dove sono le salviettine?!?!” Mi chiede

“Non lo so… forse nello zainetto. ” Effettivamente sono lì.

Insieme ci coordianiamo.
Quando finiamo le chiedo

“Ehi scusa ma tu dove hai imparato a cambiare una bambina….. ma hai cinque anni meno di me… come fai ad esser così esperta”
“Da nessuna parte… siete voi che siete imbranati!!!”





mercoledì 21 marzo 2012

Alloro

E quindi è arrivato…..

Il momento di vedere tua madre, tuo padre e il tuo cane mettersi in viaggio in macchina da Lecce per arrivare fino a Roma,

di uscire da casa presto al mattino per andare al centro ma non al tuo lavoro e con tuo marito non da sola,

di passare dal fioraio e chiedere un mazzo di fiori rossi per una laurea,

di vedere tua sorella eccitata ma felice davanti al portone dell’università all’alba,

di osservarla salire sul palco e declamare la sua tesi appena risuona in aula congressi il suo nome

di uscire dall’aula felici dopo la proclamazione del voto e

di metterle in testa una corona di alloro.

E’ arrivato il momento di gioire tutti per questo evento,

una festa intima come avevamo voluto che fosse.

Un momento di quelli speciali dove rubi una corona di alloro e te la metti in testa,

perché in queste occasioni non festeggia solo la festeggiata

ma tutta la famiglia,

e quindi non si laurea solo la laureanda

ma tutta la famiglia.

Fatemi quindi gli auguri per la mia seconda laurea ;)



giovedì 15 marzo 2012

The little dreams - La chiave di Lante

Modello: Francesco 12 mesi









Lante ha gli occhi del colore dei noccioli di pesca d’estate e un ciuffo birichino che appena si distrae scappa giù per accarezzargli la fronte con la stessa tenerezza che ha la mano di sua madre quando ogni sera piano gli rimbocca  le coperte lasciando dietro di sé il profumo di latte di mandorla e menta.

A Lante piace la notte, per quel cielo stellato che illumina le piccole strade di campagna come se fossero bucce d’arancia candita sparse alla rinfusa per dare conforto e baci dolci ai solitari viandanti.

Una notte di Ottobre, una di quelle notti in cui il cielo comincia a fare il broncio e non la smette di far capricci, piangendo a più non posso, Lante venne svegliato da un tintinnio metallico che proveniva dalla soffitta.

 Così piano accese la candela che aveva riposto sul comodino  e salì cauto le scale.

 Dormivano tutti, persino il vecchio cane Birillo . Arrivato in cima accostò l’orecchio alla porta per carpire di cosa si trattasse e lo fece aderire bene, come gli aveva insegnato Nanni il garzone che era solito dire che con le orecchie bisogna ascoltare che a sentire tutti erano capaci.

Aprì la porta e cercò di farsi largo con il piccolo moccio di candela lungo la stanza.

Non ci era mai salito su in soffitta: la luna illuminava vecchi libri e scatole e bauli sistemati uno sull’altro.  “C’è qualcuno?!” Ma niente, nessuno gli rispose.

Lante era un bambino coraggioso e si avvicinò senza timore alla finestra pensando che  era davvero avventuroso essere svegliati da un campanello, salire le scale e ritrovarsi in una stanza che pareva un palazzo grande. Chiuse gli occhi e assaporò ogni nota profumata che si distingueva nella stanza: i fiori di  lavanda con il loro profumo dai mazzetti appesi e la fragranza del velluto bagnato della cappa rossa col cappuccio, poi la nota legnosa di virgulti di olivi intrecciati e il buon odore della paglia che abbraccia e nasconde piccoli pomelli di mandaranci profumati. 

Lante prese un libro dalla pila alta e impolverata, sistemò la candela sul parapetto dopo aver aperto le grandi imposte della finestra  e avvicinò il vecchio cesto di legno intrecciato con dentro un cuscino morbido di tela rossa  e ci si sedette dentro. Aprì il libro e assaggiò il profumo che le pagine emanavano,  sapeva di terra battuta e di mare, di suole di scarpe consumate e avventure stregate.

La luna veniva illuminata dai lampi in lontananza e lo aiutava a veder meglio: si accorse così sin dalla prima pagina che quello non  era un libro come gli altri, no quello era il diario di Adelmo Gianfiore suo nonno. Se lo strinse forte a sé il piccolo Lante e cominciò a leggere racconto su racconto per tessere la notte di sogni ed avventure seguendo quella grafia alta e aggraziata che solo le mani del nonno avrebbero potuto dipingere sulle pagine bianche dimenticate.

Seguì le sue avventure su spiagge lontane e navi abbandonate alla ricerca di tesori nascosti e risposte a domande che un uomo solo crescendo si pone. Lo lesse d’un fiato Lante, lo lesse come si legge un messaggio aspettato da tempo e arrivato per caso.

Si sorprese vedendo legata nell’ultima pagina sul dorso interno della copertina  una piccola chiave di ottone che portava il suo nome scritto a penna su un lembo del nastro che la fermava. Era  minuscola  con graziosi ghirigori che incorniciavano  l’anello superiore.

Non aveva senso legare una chiave  al suo interno se il diario era aperto.

Tolse il nodo e cadendo si accorse che nascondeva una piccola incisione lineare a modo di tasca. Tastò con la mano il foglio sottile e si accorse del biglietto interno, lo cacciò fuori attento a non rovinarne la carta. Lo aprì e lesse il messaggio che Adelmo Gianfiore gli aveva conservato.
“La chiave Lante è magica, tutte le chiavi sono magiche, ma questa in particolare. Il nastro l’ha fermata perché sono solite andare di qua e di là come cavallette. Con questa chiave custodirai  le risposte che io ho trovato e aggiungerai alle mie poche le tue e la passerai ai tuoi figli e loro faranno lo stesso e per ogni risposta si accenderà una stella”.


sabato 10 marzo 2012

Quasi Amici


Ho letto il libro di Philippe Pozzo di Borgo “il diavolo custode” e sono andata a vedere il film “Quasi amici” tratto dallo stesso libro.

Non so se vi è capitato di imbattervi in uno dei due, e non so se condividerete i miei stessi pensieri, ad ogni modo se non l’avete ancora fatto che state aspettando?!?!?! Cialtroni... su ... su....

La storia è toccante, ed affascinante come solo le storie vere sanno essere. Il libro è un po’ più complesso del film in quanto racconta l’intera vita di Philippe, mentre nel film si è preferito  trattare, per ovvi motivi di tempi di narrazione, solo l’ultima parte, quella successiva all’incidente.
Il film in Francia ha raggiunto un record di incassi, sbancando ogni possibile aspettativa. Se andrete al cinema ne capirete le ragioni: è un perfetto equilibrio di sorrisi e buoni sentimenti.
Viene raccontata la storia dell’amicizia tra un ricco tetraplegico, erede di una nota famiglia di champagne francese, e il suo badante di colore strappato alla malavita.

Dopo una selezione tra diversi badanti plurireferenziati Philippe decide di assumere uno scansonato ragazzone di colore, Driss, perché è l’unico che in sede di colloquio  non dimostra pietismo nei suoi confronti. Driss  però non è per nulla interessato al lavoro, per lui infatti l’unico scopo del colloquio è tornare a casa con una  lettera di non assunzione per avere il sussidio da disoccupato dallo Stato.
Per scommessa e  sfida con se stesso Philippe sceglie lui.

Tra i due nasce un’amicizia toccante, che mai cade nel vittimismo o nel pietismo della malattia. Driss non riesce a tenere a freno la sua personalità poco austera e contenuta nemmeno nell’ambiente formale in cui si trova ad esser circondato Philippe e coinvolge e travolge il suo assistito in una serie di rocambolesche avventure. Per Philippe inizia quindi una nuova vita spericolata, in cui si avvicendano  corse in autostrada per puro divertimento, inseguimenti con la polizia, donne procacciate in diverso modo e tanto altro.

Io finisco qui, altrimenti vi racconto il film e perdete il gusto di andarlo a vedere o  allo stesso modo potreste perdere il desiderio di andare alla ricerca del libro tra gli scaffali della libreria. Ad ogni modo vi assicuro che sia in un caso che nell’altro vi troverete a passare dalle risate ai nodi alla gola in diverse occasioni senza nemmeno rendervene conto!

Buona visione o lettura!

domenica 4 marzo 2012

Il mio albero multitasking

Sono sicura che questo post piacerà alla mia amica Pì.

Lei adora il Natale, gli addobbi Natalizi, l’albero di Natale, Babbo Natale.

A Settembre è già proiettata verso Dicembre, nello studio e nella ricerca di come vestire a festa la sua casa, per il periodo natalizio. Ogni anno cerca nuove idee, nuove ispirazioni, perché riciclare le solite decorazioni tal quali dell’anno prima, farebbe perdere la magia delle feste, farebbe ricadere tutto in un rituale banale e scontato. E il Natale non è questo!

Cosa c’entra il Natale con questo post? Poco e nulla….. se non per il fatto che quest’anno ho deciso di fare oltre all’albero di Natale a Dicembre anche l’albero di Pasqua ad Aprile….

Ma ora non siamo a Pasqua?!?!?! Dite…. E infatti il mio ora è un Albero di Primavera …… in attesa di diventare un Albero di Pasqua.

Quando ho elucidato questo mio ragionamento sopraffino a Fab mi sono sentita rispondere

- Scusami tanto….. ma poi per i morti su st’albero ci metti i teschietti!?!?

Ce stò quasi a pensà….. :-)

Ad ogni modo il mio albero di primavera altro non è che un vaso di rami di pesco ovviamente in fiore a cui sono stati aggiunti degli uccellini in stoffa (comprati perché io proprio non so capace a fare certe cose), e un piccolo nido con degli ovetti.

In un negozio di faidatè, dove io compro generalmente i fattidaloro ho trovato un nido in raffia. Ho deciso di comprarlo per usarlo come ciotola su cui mettere degli ovetti in cioccolato.

Se vi state chiedendo come farà a trasformarsi in albero di pasqua…. La risposta è semplice …. Aggiungerò delle uova svuotate e colorate con colori pastello, appese su qualche ramoscello. Su questo je la posso fà.

La cosa carina dei rami di pesco messi in acqua, è che continuano a fiorire e germogliare come se stessero sull’albero. Questa cosa ha del miracoloso. Il miracolo della vita.

Ogni mattina mentre prendo il caffè prima di andare al lavoro, mi incanto davanti all’albero alla ricerca delle nuove foglioline spuntate, dei nuovi fiori, dei nuovi germogli. Peccato che dal nido non nascano veramente gli uccelletti.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...