domenica 26 agosto 2012

Si suda.... da molti punti di vista


Ci sono giorni in cui tuo zio ti chiede con molta naturalezza  “ma che sei incinta, perché nel caso di gelati ne dovresti mangiare due?” e tu capisci che è arrivato l’inesorabile momento di metterti a dieta.

Quel gelato già ti è andato di traverso.

Da quando mi sono sposata è la quinta persona che me lo chiede. Non pare vero.

Ok gente…. Sono un po’ ingrassata. Se volevate mortificarmi, ci state riuscendo benissimo!

Ho deciso quindi di sposare un’azione forte ed efficace di dimagrimento. Quando scrivo queste cose sul blog, poi puntualmente il giorno dopo perdo di costanza e consistenza, e abbandono l’impresa. Quindi se domani mi vedete seduta ad un bar serana a slinguazzare un gelato doppio cioccolato e panna, sappiate che non è colpa mia, ma del fatto che ho scritto sul blog che volevo dimagrire.

Fab è convinto che sia arrivato il momento di chiudere le mascelle anche per lui. Dice che è straziante vedere la bilancia che suda sangue, quando lui ci sale sopra. Poveretta, non ha fatto nulla per meritarsi tutto ciò! Lo dice avvilendosi con lo sguardo.

In tutto questo marasma di emozioni, poi mi parte un'impennata di coscienza. Ci sono al mondo persone che non hanno cibo per mangiare, e noi per ironia della sorte abbiamo bisogno di togliercelo di bocca. Ecco, se penso a questo già mi passa la fame.

Ad ogni modo abbiamo deciso di andare a correre. Vicino a casa nostra c’è un parco che si presta molto per una simile eroica impresa: rigenerare corpo e spirito. Ovviamente la fauna autoctona è gente superconvinta, superipoddata, supertutinata, superallenata, gente super. Gente che quando corre sorride, chiacchiera col compagno, osserva la natura.

In questo mirabolante mondo ci inseriamo noi, con la nostra lingua che striscia per terra ad un metro indietro, i nostri capelli appiccicati ad un cranio surriscaldato, il nostro cuore che rimbomba in petto fino a sentirtelo schizzare fuori dalla cassa toracica, il nostro colorito contachilometri che parte rosato,e man mano vira verso il rosso (il paonazzo ti indica chiaramente che sei andato in RISERVA).

E ora ecco a voi il film più veloce che potevate vedere!

martedì 21 agosto 2012

Il richiamo della libertà


Prima di scendere per le vacanze per Lecce io e Fabrizio abbiamo comprato una tartaruga adulta femmina in un negozio di animali.

E’ un esemplare ovviamente con tutti i certificati CITES in regola, microchip e compagnia cantando munita. E’ una tartaruga quindi che mi è costata uno svario, come si può facilmente immaginare. E’ una cifra che ad ogni modo ho speso volentieri, perché adoro questi piccoli carri armati che circolano serafici nei giardini di casa mia di Lecce.

Non avendo a Roma un giardino, ma solo un balcone mi sono riservata l’incombenza di comprare la tartaruga giusto tre giorni prima della partenza per Lecce, città a cui l'animale era destinato. Volevo che l’animale soffrisse il meno possibile l’assenza di terra dove potersi riparare in caso di troppo caldo o troppo freddo, per i tre giorni di soggiorno romano

Se sei abituato a tenere un animale nel suo habitat naturale, sapere di doverlo obbligare a qualcosa di inadatto  alla sua natura ti fa patire almeno quanto al malcapitato la pena che deve subire.

Il primo giorno in una cassetta sul balcone è passato in maniera indolente per la tartaruga e per me, che pensavo a lei dalla mia postazione del lavoro. E’ sopravvissuta alla notte, è sopravvissuta al giorno.
Per quanto c’è gente che abitualmente tiene le tartarughe sul balcone, senza che accada nulla, io mi sentivo miracolata del fatto che fossimo entrambe riuscite a passare la nottata.

E’ passata tranquilla anche la seconda notte. Il secondo giorno no!

Sono tornata a casa, e il balcone era vuoto.

Non saprei raccontare la sensazione angosciante che mi ha travolto. L’ho cercata ovunque: dietro i vasi, tra le scope, dentro l’armadietto, ma della tartaruga non c’era nessuna traccia.

La cassetta in cui l’avevo lasciata la mattina non lasciava trasparire nessuna traccia del passaggio della tartaruga; era perfettamente nella stessa posizione in cui la ricordavo.

A guardare bene però il balcone qualcosa di inusuale lo aveva. Il ficus benjamino era completamente a terra e le mattonelle che proteggevano la ringhiera da eventuali fughe di tartaruga risultavano completamente divelte dalla loro postazione.

L’unica spiegazione logica era quella che mi rifiutavo di prendere in considerazione: la tartaruga si era lanciata dal terzo piano.

Avevo paura a guardare di sotto perché volevo risparmiarmi lo spettacolo di un corpo agonizzante in una pozza di sangue. Ma l’ho fatto.

Nessuna traccia della tartaruga.

Ho cercato di pensare ad un’eventuale traiettoria che avrebbe potuto aver acquistato il corpo dell’animale in caduta libera. Ho avuto l’angoscia che fosse finita sulla discesa che porta al garage, e che quindi il corpo avesse preso a rotolare giù dove il mio campo visivo non poteva vederlo. Per quanto fosse stato sensato andarla a cercare lì, ero troppo terrorizzata da muovere un passo.

Ho poi sperato che il suo volo fosse invece stato bloccato dalle piante del balcone della signora del secondo piano, quello sotto al mio. Mi sono messa ad origliare le chiacchiere delle bambine, che giocavano serene sul loro balcone. Mi sono sembrate troppo calme per aver ricevuto dal cielo una tartaruga in dono. Ho quindi purtroppo escluso questa ipotesi.

Mentre mi angosciavo sui macabri risvolti della faccenda, il mio sguardo si è involontariamente posato su un pallone abbandonato sul prato inglese del giardino del farmacista sotto casa mia. Ero così stravolta che per un attimo ho avuto come l’impressione che quel pallone si muovesse.

Ho guardato meglio….. Quel pallone si muoveva da solo….

No …. Non era un pallone….. era quella disgraziata della mia tartaruga…. Che correva libera contenta e felice sul prato inglese del farmacista…..

Ovviamente recuperarla non poteva esser semplice. Il farmacista doveva esser andato in vacanza, altrimenti sarebbe stato una soluzione banale della vicenda. E quindi mettiti a rintracciare i parenti, parla con la filippina del fratello che ti spedisce ad un altro civico dove vive la sorella, racconta tutto alla sorella, guarda la sua faccia attonita mentre questa sente la vicenda etc etc e ancora tanti etc….. che alla fine ce l’abbiamo fatta, abbiamo raggiunto la fuggitiva!!!!

Vi lascio una foto della fuga per farvi avere un’idea del volo che si è fatto.


Per quanto su quel prato   fosse allegra e spensierata, la tartaruga con quel volo, aveva mandato a quel paese la perfezione e la salute del suo piastrone. Una grossa ferita attraversava infatti il lato destro della parte inferiore dell’animale.


A vedere quella ferita sanguinante mi è preso un coccolone: per poco non svengo trascinandomi pure lei sul pavimento con magari il risultato di procurarle una seconda frattura.

Io e Fabrizio ci siamo attaccati su internet e al telefono alla ricerca di veterinari di rettili. Nel frattempo andavamo incontro alla sera e rischiavamo di non fare in tempo a raggiungere la città per farla visitare. Lasciarla così per la notte però era fuori discussione.

La foto della ferita è stata scattata perché l’abbiamo inviata mediante posta elettronica ad un veterinario che per quanto disponibile, doveva andare a fare visite domiciliare e non poteva darci assistenza se non per telefono.

Dopo una serie di porte in faccia siamo riusciti a trovare una clinica specializzata in questo tipo di animali che ci ha accolto. Il dottore che l’ha curata le ha fatto tutti i controlli del caso e per fortuna nessuno degli organi vitali risultava intaccato: la tartaruga necessitava solo di antibiotici per endovena e una buona fasciatura da medicare ogni giorno.

Il giorno dopo siamo partiti per Lecce io, Fab e la mummia preistorica. Una volta arrivata lì, ho affidato la mummia preistorica alle cure di un mio carissimo amico veterinario, nonché marito di     Valepi

Da lui la mia tarta si è fatto una settimana di cure ricostituenti.
Dopo sette giorni ho ritrovato una tartaruga sana e felice come non avrei mai creduto di poterla vedere. Ha una piccola toppetta che le cadrà appena il suo osso si sarà ricostituito, e a me quella toppetta sembra la pinna atrofica di Nemo

Per il resto è bellissima e contenta di aver ritrovato un giardino tutto per se.



Mi sento in colpa per come sia andata la faccenda, anche se mi sembrava di aver preso qualsiasi precauzione per tenerla lontana dai pericoli. Probabilmente ho sottovalutato le abilità di una tartaruga, probabilmente ho sottovalutato il richiamo della libertà. Mi sento grata per vederla girovagare serena nel nostro giardino.

venerdì 10 agosto 2012

So arrivata.... e me ne so pure annata.....


Era da un po’ che non scrivevo sul blog, e  me ne dispiace. Mi sono presa una pausa.

Avevo delle cose da finire per altri piccoli progetti iniziati con mio marito, a cui era necessario trovare la forza di mettere un punto, se non un punto definitivo quantomeno un punto e virgola. Ho concentrato quindi tutte le mie energie su quello.

Avendo anche un lavoro, ringraziando il cielo, grazie al quale riesco a mangiare tutti i giorni, coordinare tutte gli impegni delle giornate diventa sempre un gioco di alto equilibrismo. E il blog ne ha avuto la peggio.
Un blog fermo, è però un blog triste. E questo mi dispiace.

Sono quindi venuta, a spolverare casa, in attesa di ritornare definitivamente fra una settimana, carica di energie dopo le vacanze.

Prometto, che al mio ritorno mi metto in riga!

Domani mattina partiamo di buon’ora per raggiungere il mio Salento. Non vedo l’ora!

Qui nella città si boccheggia, un po’ di aria salubre marina rinvigorirà il corpo e lo spirito. E’ tanta la gioia di partire, che abbiamo deciso di metterci in macchina in costume da bagno occhiali da sole, e vestiti da mare. Ci sarà poi solo bisogno di fare 670 km, per arrivare al mare. Ma che ce frega!

In compenso, arriviamo giusto giusto per la processione in mare, della mia marina. E quindi, al nostro arrivo, via sandali, via vestiti, e ci si butta in barca a seguir la madonna.

Si si, non vedo l’ora.

Roma è bella, certo. Ma io so’ arrivata! Veramente, so’ arrivata ! Basta ora solo mare.

Fate i bravi.... che noi torniamo


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