giovedì 19 dicembre 2013

Carta di identità del boss

Nome: Nicolò

Età: 3 mesi

Data di nascita: 19/09/2013

Colore degli occhi: colore di un volatile che fugge (il giorno in cui si arresta ve lo diciamo)

Peso: 6 chili e 100 (pipì esclusa)

Lunghezza: 62 cm (senza tacchi)

Record stabiliti: 5 puzze in mezz’ora, una tetta in 7 minuti

Ore di sonno a notte: 6 - 7  ore di fila in media. Ma se gli girano è un grande estimatore del gioco ‘sveglia  i tuoi genitori con l’urlo di Tarzan  mima l’urlo di Munch e inscena l’arrivo degli indiani’

Perversioni: allungare il capezzolo di mamma dopo la poppata per testarne l’elasticità, o ciancicarlo tra le arcate dentarie sdentate a scopi ludici

Perversioni2: fare la cacca nell’acqua mentre papà gli sciacqua il culetto

Cose non capite: Mamma e papà che vogliono giocare a bubù settete. Lo sguardo dell’interessato è “ma chi so’ sti due deficienti?”

Passioni: coccole e smancerie


Il boss oggi compie 3 mesi! Auguri cucciolo


martedì 17 dicembre 2013

Fascia porta bebè versus Mei Tai

Una delle cose che preferisco del curare il blog è l’avere accesso a mille spunti e ispirazioni che provengono dal mondo della rete. Quando ancora non ero in attesa rimasi molto incuriosita dai post che si leggevano nei vari blog relativi ai baby carriers (mei tai e fascie) che oltre ad esser molto pratici potevano tranquillamente esser prodotti home made.

Per questo motivo una volta scoperto il mio stato interessante, superati i tre mesi precauzionali, ho subito chiesto a mia suocera se potesse realizzarmi un mei tai, seguendo le indicazioni dei tutorial presenti in rete. Le mie competenze in fatto di cucito avrebbero sicuramente prodotto un Mei Tai in grado di mettere in serio rischio di incolumità il bambino pertanto Ubi maior minor cessat.

Noi abbiamo seguito le indicazioni del blog la casa nella prateria , praticamente un'autorità nel campo dei porta bebè.

E così “con l’arte e con la scienza e con un poco di intelligenza” e soprattutto con mia suocera e la sua macchina da cucire ho avuto anche io il mio mei tai.



Non restava che aspettare di averci anche un bambino da metterci dentro. Dopo sei lune è arrivato anche quello.

Nonostante nei diversi blog avessi letto che il vantaggio di avere un mei tai è quello di poter portare a zonzo un bimbo dai primissimi giorni di vita, io maturai l’opinione che fosse troppo presto. Feci un tentativo ad una settimana di vita di Nicolò, ma il bimbo mi sprofondò dentro e io mi inquietai. Il bimbo essendo troppo piccolo tendeva ad accartocciarsi all’interno e non avendo la possibilità di vedere se riuscisse a respirare bene decisi di rinviiare il tentativo a tempi più maturi.

Dopo qualche settimana mi venne suggerito di fare un tentativo con la fascia porta bebè, e fu così che presi anche questo secondo baby carrier.

Alla soglia del terzo mese di vita di Nicolò penso di aver fatto un largo uso sia della fascia  porta bebè che del mei tai,  tale da poter stilare una mia personalissima lista dei pro e contro dell’uno e dell’altro per chi ancora in attesa aspirasse a diventar una mamma canguro.

E quindi ecco a voi la mia personalissima sfida: fascia porta baby versus mei tai


Sorvolerei sulla bellezza dei modelli, ma del resto lo si sa, non siamo l’insalatina bionda del web.

Fascia porta bebè. Piccola premessa: io ho acquistato una fascia di cotone bio non elastica lunga 5 metri, e quindi la mia esperienza è relativa a questo tipo di prodotto.

Il vantaggio della fascia porta bebè a mio avviso è che, a differenza dei mei tai, può esser usata veramente dai primissimi giorni di vita del bambino. Il tessuto è avvolgente e si adatta perfettamente al corpo di mamma e bambino. Il bimbo al suo interno si ritrova in un ambiente caldo e accogliente che ancestralmente lo riporta ad una situazione simile a quella precedente alla nascita. E’ impressionante vedere come il piccolo si acqueti subito una volta infilato dentro. Allo stesso modo, questo tipo di porta bebè è molto emozionante anche per la madre, che sentirà lo stretto contatto con il figlio e il profondo legame che lo unisce ad esso. Nella vestibilità la fascia porta bebè è molto elegante e si adatta a diverse modalità di trasporto del bambino per quanto io l’abbia usata pressoché unicamente avvolta come in foto, permettendo quindi il trasporto del bambino solo in posizione anteriore. Ho trovato difficoltà quindi nell’avvolgerla in modo tale che il bimbo possa esser trasportato in posizione posteriore o laterale. Ad onor del vero, però erano anche modalità che mi interessavano poco e per cui non mi sono presa la briga di insistere nei tentativi.

Inizialmente capire come si indossa la fascia non è immediato ma dopo la seconda o la terza volta si avrà così dimestichezza che ci si sentirà dei piccoli acrobati (mi riferisco alla posizione base). La fascia porta bebè può esser usata per portare il bimbo in giro senza l’ingombro del passeggino, in casa per aver la possibilità di fare anche altro oltre l’assistenza 24h su 24h al proprio figlio, oppure può esser usata semplicemente per aiutare il bimbo a prender sonno. Il corpo materno e il calore che emanano i due corpi a contatto sono così tranquillizzanti per il bimbo che si addormenta al suo interno in breve tempo.

Di contro però esistono degli svantaggi legati a mio avviso soprattutto all’imprescindibile lunghezza della stoffa. Non dimenticate che avete 5 metri di stoffa addosso. In inverno indossare la fascia porta bebè con i cappotti propri e del figlio è un’impresa a dir poco epica. Inoltre, se state usando la fascia porta bebè in esterno e per un motivo qualunque dovete sfilarvela e rimettervela addosso, il rischio di spazzare la strada e tirarvi su ogni schifezza è veramente molto alto. Bisogna, inoltre, sapere che se è vero che sia molto facile far addormentare il bimbo dentro è anche vero che sfilarsi 5 metri di stoffa senza far svegliare il pargolo è parimenti molto difficile. Infine,  ho riscontrato che la fascia sostiene poco la schiena del bimbo e quindi questo per lunghi periodo d’uso tende a incurvarsi all’interno assumendo una posizione poco ergonomica

Mei tai. La volta che Nicolò ha indossato il Mei Tai e mi sono resa conto che aveva raggiunto un’età  tale da starci bene dentro (per noi 2 mesi) è stata anche quella che ha determinato il tramonto della fascia porta bebè. Il Mei Tai può esser usato in maniera equivalente alla fascia (uso domestico, a spasso e per la nanna) ma risulta decisamente più pratico. Non dovendo scomporre tutti gli avvolgimenti della stoffa della fascia risulta anche molto più efficace nel far addormentare il bimbo e successivamente rimetterlo nella culla senza svegliarlo: basta solo sciogliere un nodo. E’ meno ingombrante della fascia e ha quindi una migliore vestibilità in inverno. Infine, c'è da aggiungere che il battente su cui poggia la schiena il bambino è imbottito e pertanto sostiene il suo corpo in maniera migliore: la posizione è pertanto più salutare per la colonna vertebrale.

Di contro il Mei Tai è meno emozionante della fascia perché viene a perdere quel fascino del quasi secondo utero che si crea con la seconda. Vi potrete consolare, sentendovi un po’ nipponiche. Non è inoltre da sottovalutare il fatto che il Mei Tai richieda tempi più maturi per il primo utilizzo.

Concludendo tra fascia porta bebè e Mei tai io non ho un mio preferito. Li ho amati e li amo entrambi per motivi diversi. Come tutte le cose se c'è un pro c'è anche un contro, e questi baby carriers non fanno eccezione. Basta solo decidere verso cosa si è più inclini e quale è il maggior utilizzo che se ne vuol fare. Consiglio a tutti l'esperienza di aver un bimbo accucciato cuore a cuore perchè è un'esperienza profonda sia per la madre che per il bambino che ritornano a stabilire un rapporto molto intimo come nel pancione. Allo stesso modo è una bella esperienza anche per i papà che potranno sentirsi un pò più vicini al ruolo materno, un pò più straodinariamente mammi.

Come ultimi aggiornamenti devo dire che alla soglia dei suoi 3 mesi Nicolò sta sviluppando una sorta di idiosincrasia per gli spazi angusti e pertanto da una settimana non ama più tanto entrare dentro il Mei Tai. Probabilmente questo ritornerà in auge quando sarà alto abbastanza da poter uscire completamente con la testa fuori. Si perderà quindi l’effetto di spazio angusto ma il Mei Tai diventerà un buon mezzo per spiare il mondo facendosi scarrozzare in lungo e largo ;)

giovedì 12 dicembre 2013

A te

A te che sei un mangiatore compulsivo ossessivo di pasticciotti,

che mi hai conquistato dicendo che avevi una grande esperienza di bambini con i tuoi nipoti,

che avevi cambiato così tanti pannolini da perder il conto,

e quando ti sei ritrovato per la prima volta a cambiare il pannolino di tuo figlio

sei corso in bagno a dar di stomaco,

a te che rientri in casa con  il torrone nella busta della spesa

e poi dici ‘lo divido con te anche se non te lo meriti’

che non ti dispiaci se tutti dicono che nostro figlio assomiglia a me

ma ti vanti perchè ha due dita dei piedi attaccati come te,

a te che quando parli del parto,

 lo descrivi alla gente come se Nicolò lo avessi partorito tu,

metti così tanti aggettivi e avverbi nel discorso che Stephen King impallidirebbe,

a te che ti aggiri vago brancolando nella notte

con un bimbo appollaiato sullo stomaco

e con la scusa che non si è addormentato bene

ti fai una camminata in più mentre rubi un biscotto dalla dispensa
.
A te che dici che senza di noi ti senti perso

A te che senza di te tutto questo non sarebbe possibile


auguri a te da noi.


lunedì 9 dicembre 2013

Babbo Natale e l'IVA

Bussola è in preda ai regali natalizi. Nonostante ogni anno si ripeta che il prossimo inizierà a comprare i regali per amici e parenti dal mese di Settembre, anche questo come ogni anno si ritrova a quasi metà dicembre con nessun regalo all’attivo.

Bussola sa che è destinata a passare gli ultimi giorni a tirare cazzotti e gomitate nei negozi per accapigliarsi l’ultimo oggetto in vetrina a prezzi sostenibili. Si è resa conto che per un anno di gravidanza è rimasta fuori dalle ultime tendenze della moda, l’incremento dell’iva, l’aumento dei prezzi. Per un anno Bussola è vissuta in un mondo ovattato, fatto di calci nella pancia, fotografie delle sue rotondità, preparazioni del nido del suo pulcino in arrivo, perdendo di vista la realtà fuori dalle mura domestiche. Quando questo week end Bussola si è decisa a girare per negozi alla ricerca di un nuovo piumino in sostituzione del precedente ha avuto un tracollo nel vedere che nello stesso negozio dove un anno fa un piumino come quello che aveva indosso costava 120 euro ora costa dai 300 euro ai 400 euro. E’ tornata a casa con le mani vuote ed ha deciso di affidarsi alla fortuna tentando la sorte negli outlet nei prossimi giorni.

La sottoscritta ha deciso che scriverà una letterina a Babbo Natale molto morigerata, sperando che anche lui non abbia problemi con l’iva.

In attesa che Babbo Natale bussi alla sua porta Bussola si è fatto arrivare a casa un calendario con le foto del suo anno ovattato. Ha sperimentato l’ordinazione via internet e ne è rimasta molto soddisfatta, per questo si sente di consigliarvelo. Lei ha usato questo sito qui. La qualità del calendario non ha nulla da invidiare a quella dei calendari solitamente venduti nelle diverse librerie, ma il suo è personalizzato e quindi vale mille volte di più. 




 Bussola oltre ad ordinare un calendario per casa in A3 (formato grande quindi) ha deciso di farsene arrivare uno anche da tavolo per quando sarà rientrata al lavoro e sarà sopraffatta dalle pratiche, così con la scusa di controllare una tempistica potrà rifarsi invece gli occhi con lo sguardo di suo figlio, e trovare in questo ristoro.




martedì 3 dicembre 2013

Il boss e la bilancia

Bussola e Fab oggi si son alzati presto (si fa per dire) ed hanno vestito di tutto punto il boss. Lo hanno preparato a dovere come si deve per i giorni importanti.

Lo hanno infilato in macchina e si son messi in viaggio. Hanno varcato la porta di uno studio medico e quando la pediatra ha detto avanti: sono entrati.

Quando ha sentito  la voce della dottoressa che ordinava “sulla bilancia”, al boss un po’ gli son girati i maroni, perché lui stava schiacciando una pennica e in tal frangenti non ama esser disturbato.

Ma lui è un buono e su quella bilancia c’è salito lo stesso. Cinque chili e settecento è stato il verdetto. Un chilo in venti giorni. Tutto merito del latte di mammà. Roba da duri. Se si sente dire nuovamente che non è ingrassato abbastanza, il boss può sventagliare di pipì tutto lo studio della dottoressa, e lei sa per esperienza che questo è possibile.


Poi il boss ha schioccato le dita e Bussola lo ha rivestito. E’ uscito dallo studio ruttando ed è ritornato a dormire.


lunedì 2 dicembre 2013

Nanne

Sai Bussola, Nicolò è il bimbo più bello del mondo, perché è oggettivamente il bimbo più bello del mondo, perché è mio figlio, ad ogni modo ci sono momenti che ti manda ai matti.

Tipo questa notte dopo che tu gli hai dato la poppata, lo hai cambiato, e me lo hai passato per addormentarlo.

Io ero stanco, avevo sonno, cantavo quella cazzalora di Ninna nanna Ninna oh, che per quante volte l’ho ripetuta mi è venuto il voltastomaco ma lui invece non mollava. Andavo su e giù nella cucina al buio, che avrò fatto i solchi sul pavimento, tipo i carri degli antichi romani sulla via Appia Antica, mi sentivo un cretino, cantavo e quella canzone più che far addormentare lui faceva assopire me. Lui non dormiva, vegliava su di me che volevo dormire. Sentivo i giganti appesi alle palpebre, gli occhi che difficilmente cercavano di resistere al sonno, e sta creatura di 57 cm che anziché prender sonno si dilettava a prendermi a capocciate. Si i momenti così son duri.

O peggio ancora mi manda ai matti, quando lo sento nel mei tai russare, e allora penso “ok è cotto, è il momento giusto per portarlo nella culla”. Al buio mi avvicino al lettino, slaccio il fiocco del mei tai, lascio scivolare le cinghie lentamente su di me, mi affretto a poggiare una mano sul sederino e l’altra sulla testa, e calibrando ogni minimo muscolo del mio corpo cerco di adagiarlo nella culletta trattenendo il respiro. Penso che l’ho fatta, lo guardo due minuti prima di rimboccargli le coperte e andare a coricarmi. Poi nel momento preciso in cui mi sto adagiando sul letto, poggiando la testa sul cuscino sento il silenzio della stanza infrangersi al suono di un Gueeeeeee ngueeeee. Si quello mi manda veramente ai matti.


Però. Si c’è un però. Quando slaccio il mei tai e lui sta dormendo dentro, c’è un momento magico in cui io ho uno sturbo. Precisamente quando lo libero dal battente di stoffa e noto come si è accartocciato dentro. Vedo che è tutto rannicchiato con il culetto a punta che sporge di fuori e la guancia rossa un po’ sudata completamente spiaccicata sul mio petto. Ha le braccia aperte, e dorme abbracciando il mio pancione. Si, in quel preciso momento, io lo ammetto, ho uno sturbo.


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