giovedì 28 aprile 2011

Eravamo batteri

Io e L. eravamo batteri, come batteri respiravamo poco e lavoravamo molto.

Eravamo in quel laboratorio per preparare la tesi. Eravamo manodopera gratuita, da sfruttare finchè si poteva.

Eravamo entrate lì, con l’idea che i centri di ricerca sono diversi dall’ambiente accademico. Magari lì non esiste il nonnismo, magari si ha la possibilità di trovare uno sbocco occupazionale.

Ma quel centro di ricerca fugò le nostre speranze dopo poco tempo.

Ci rimanemmo per due anni….. perché quando si lavora gratis …. Le cose durano per le lunghe….si diventa tutti molto pignoli...

Ci confondemmo con il rumore della cappa, consumammo terreni di cultura e materiale biologico senza fine e conto…..

L’ambiente era giovane ma poco accomodante…. Ognuno curava il proprio orticello….. dilaniavano il proprio cibo come solo un cane affamato può fare…. senza pensare a chi restava a guardare….

Io e L. quel cibo non l’abbiamo mai preso….. io ed L volevamo solo concludere la tesi…..volevamo solo il nostro nullaosta per la libertà.

Non ho un bel ricordo di quel periodo lì….. eccetto che di L. ed altre come L… altri batteri che respiravano poco e lavoravano molto…..

Ora L ha aperto un blog … e voi siete tutti invitati! Se vi va passate a farle un salutino…..

Un’altra cosina…. Gentile omaggio di Jos nel mese del mio compleanno

Devo condividere 7 cose di me a caso…..

1) Ho capelli lisci castani che a volte riesco a domare solo con la piastra
2) Ho numero di scarpe 39
3) Adoro il babà
4) Ho vissuto a Milano
5) Ho la fissa di chiudere il gas quando esco di casa
6) Sopra casa mia delle rondini hanno fatto il nido
7) Adoro la trasmissione chi l’ha visto

Chi continua la catena?!?! Interroghiamo interroghiamo…. Oggi interroghiamo i volontari :)

Una foto dell’epoca :) ormai dal sapore vintage





mercoledì 27 aprile 2011

Di notte

Sono nel letto che dormo pacifica quando vengo svegliata improvvisamente dal peso di un corpo di una persona sopra di me.

Sbarro gli occhi e vedo Fab che mi bracca e tira le lenzuola contro il mio viso spingendo le nocche delle dita verso il cuscino.

Poi ride e molla la presa

- O ma che sei scemo??????????? – gli grido quando sono nuovamente libera dal lenzuolo.
- Ma che ti sei spaventata?! Era così per gioco….guarda….

Mi ripreme il lenzuolo contro il viso. Effettivamente riesco a respirare senza problemi, ma ho una paura fottuta….

Lui al contrario sembra divertito.

Si stacca nuovamente da me e uscendo dal letto dice

- Vado in bagno…..devo far pipì

Lo rincorro in bagno…. Mi ha spaventata…..Voglio che lo sappia! Non può finire così…. tutto a tarallucci e vino.

Quando entro in bagno vengo investita da un getto di pipì….si sta divertendo a lanciarla in tutto il bagno come chi non riesce a domare un tubo ad acqua sotto pressione….

- Esci subito da questa casaaaaaaaaaa ……esci subito di quiiiiiiiiiiiii…..non ti voglio vedere mai più…..-

Grido con una rabbia ancestrale….. Grido con tutta la voce che ho in corpo.

Grido così forte che mi sveglio…. Questa volta davvero.

Mi giro e sento il respiro tranquillo di Fab. Mi rendo conto che ho solo sognato e che devo andare in bagno

- Ah sono io quella che deve far pipì - penso mentre scivolo via dal letto

Quando rientro nel letto Fab si ‘è svegliato

- Tutto bene? – mi chiede

- Con te tiriamo i conti domani…. :)

E mi riaccuccio nell’incavo del suo braccio, poggiando la testa sulla sua spalla.

Anche lui riprende a dormire sereno.

lunedì 25 aprile 2011

Davanti allo specchio

Ho trascorso le mie vacanze a Lecce con la mia famiglia e i miei amici. Ogni occasione è buona per fare un tuffo nei miei ricordi, nella mia infanzia o adolescenza.
Un pomeriggio ho recuperato un mio diario del liceo e mi sono messa a leggere alcune pagine. Ho scelto questo brano perché, non so in quale stato d’animo mi trovassi allora ma mi sembra di aver composto un discreto inno alla vita.
Leggere quelle pagine di allora, con gli occhi di oggi, mi porta una certa emozione….

Davanti allo specchio
Quando nella mia stanzetta mi metto davanti allo specchio del mio armadio la mia immagine si riflette nitida e chiara. Vedendomi scopro di non essere proprio una di quelle ragazze “da colpo di fulmine” eppure non ne sono dispiaciuta più di tanto.

Io so che nel corso della vita anche nelle situazioni più difficili non sarò mai sola. Giorno dopo giorno io sono sempre con me stessa, la cosa più importante che ci possa essere. Voglio dire che anche nelle situazioni più terribili io non avrò paura perché insieme a me ci sono le mie virtù, il mio coraggio, la voglia di vivere, di vincere di arrivare alla meta.

Io so che a prima vista potrei sembrare una persona scialba e fredda ma non è vero. Io non sono così dentro di me scorre sangue caldo e tanta voglia di lottare e di emergere.

Io non sono una persona qualunque, io sono io. Guardandomi allo specchio scopro di provare tanta tenerezza nei miei confronti. Mi mette tenerezza sapere che dentro quel corpicino tanto esile si nasconde uno spirito guerriero che nessuno conosce ma che vorrebbe tanto uscire ed esplodere.

Ripensando alla mia vita, alle mie prime parole, ai miei primi passi, ai miei primi giorni di scuola, ai miei primi pianti, ai momenti di sconforto e di completo abbandono scopro sempre di più che sono felice di esser vissuta e che alla mia vita per quanto possa esser sembrata in alcuni momenti difficile non cambierei nessun minuto e nessun attimo.

Qualunque cosa possa succedere io non mi stancherò mai di lottare perché nella vita per quanto possa sembrare brutta in alcuni momenti se c’è la vita c’è tutto.

Io soltanto per sentire il mio cuore palpitare, il sangue scorrere nelle vene, i polmoni pompare ossigeno dovrei trascorrere tutto il tempo della mia esistenza a dire al Signore
“Dio ti ringrazio perché oggi vivo anche io”

Ottobre 1991

PS: A rileggerlo ora provo tenerezza per quella bambina che ero....con le sue paure che si faceva forza dicendo che dentro c'era un guerriero....
sul concetto di vita il mio pensiero con il passare del tempo non è cambiato per niente

venerdì 22 aprile 2011

Forse ci siamo

Qui Radio Spetteguless in diretta da Lecce…

Benvenuti alla rubrica “Chi si fa i cavoli suoi campa cent’anni ma vive senza amici”….per parlare di “Le prove del mio abito da sposa”.

Ieri sera approdano nel piccolo paesino della terra di nessuno, sbatacchiato tra il mar Jonio e l’Adriatico, Bussola e la sorella di Bussola. Arrivano a notte fonda e sono tutti così troppo addormentati da far il minimo sforzo per dimostrare un benché minimo segno di gradimento per l’arrivo delle viandanti. Il cane, povera stella, trova la forza di alzar minimamente la coda, farla vibrare in aria per qualche secondo, dopodiché gira il suo sederino e torna anche lui a dormire.

La mattina, la sveglia suona presto perché madre, padre, sorella e Bussola devono andare nell’elegante Lecce per un appuntamento inderogabile: la prima prova dell’abito da sposa di Bussola. Ci manca solo il cane e la famiglia è al completo.

A Lecce esistono due atelier da sposa uno in pieno centro dietro all’ex Upim e l’altro in via Duca degli Abruzzi. Noi abbiamo appuntamento con quello in via Duca degli Abruzzi, ma per qualche bizzarro motivo mia madre passa l’informazione a mio padre “via Duca degli Abruzzi dietro all’ex Upim” facendo un mischiafrancesco dei due indirizzi.

Mio padre, che come tutti gli uomini piuttosto che chiedere informazioni su dove si trova la via si farebbe scuoiare in piazza pubblica, decide di seguire il suo istinto e dirigersi dove si ricordava essere l’ex Upim. Solo arrivati a destinazione ci rendiamo conto di aver confuso i due indirizzi e di esser davanti all’entrata dell’Atelier di cui non avevamo preso appuntamento.

Dopo qualche minuto di riflessione sincrona e demotivata, all’unisono alziamo le spalle ed entriamo come la famiglia Brambilla nell’atelier sbagliato. “Giacchè ci siamo…..” pensiamo in coro.
Entriamo quindi a Casa della Sposa

Ci accoglie una giovane donna e ci indica di accomodarci in una sala non molto distante dall’entrata.
“Vorremmo un vestito per me” dice mio padre per fare una battuta. Una battuta che fa ridere solo a lui.
“Avete già in mente qualche modello, o qualche idea?” ci chiede la donna

“Si, vorrei un vestito che sia semplice…. Senza troppi fronzoli…” le rispondo soddisfatta pienamente calata nella parte da novella sposina”

“Questo è un catalogo…. Scegli alcuni modelli e poi dimmi quale ti piacciono di più così te li faccio indossare”
Inizio a sfogliare un catalogo… e identificare alcuni modelli che mi sembravano più interessanti. Non ho ancora finito che la donna mi interrompe

“Ma è la tua prima prova? Non hai mai misurato nessun abito da sposa?!”

“No, perché?”

“Perché hai scelto modelli completamente diversi l’uno dall’altro…. Mi sa che a te sto catalogo non serve vieni di là che facciamo direttamente le prove!”

Andiamo nell’altra sala e mi ritrovo in mutande e reggiseno chiusa in un camerino con una sconosciuta.
“Alza le mani in cielo così ti infilo il vestito”.

Indosso il primo vestito ed esco fuori. Salgo sulla pedana davanti agli occhi della mia famiglia Brambilla spettatrice.

Mi guardo allo specchio e mi sento la Mucca Carolina vestita a festa.

Mi ritiro nel camerino per indossare il secondo.

Il secondo vestito mi piace meno del primo. La famiglia mi guarda in silenzio in mostra come alla fiera del paese. Nessuno esprime un minimo pensiero. Solo mia sorella alza un sopracciglio destro: un segnale in codice per invitarmi a ritirarmi in camerino a deliberare.

Provo svariati vestiti. Ormai sono una maestra del “alza le braccia che infili l’altro vestito”, campionessa in salto carpiato nel tunnel dell’abito da sposa.

In alcuni vestiti mi sento come un insaccato, in altri come un uovo di Pasqua senza sorpresa, altri come Barbie fior di pesca.

I vestiti sono tutti belli, solo che su di me hanno un effetto strano…. Mi sento goffa....

Poi finalmente ne provo uno diverso. Uno che me lo sento addosso. Uno che sembra esser stato disegnato su di me. Ne sono convinti tutti e il sopracciglio di mia sorella questa volta non si alza.

Chiedo di poter indossare i guanti…. il velo….. mi mancava solo il marito ed ero pronta!

Non l’ho ancora fermato….. ma forse forse ci siamo….

Alcuni vestiti che ho indossato… senza ovviamente il prediletto












































mercoledì 20 aprile 2011

Zompettando

Ti alzi la mattina e fai una lenta colazione… sorseggi il tuo caffè mentre chiacchieri di amenità con tua sorella

Apri l’armadio e scegli un maglioncino rosa, jeans e scarpe da ginnastica dello stesso colore della maglia

Inforchi gli occhiali da sole e te ne esci zompettando per la città come solo un’ adolescente potrebbe fare

Arrivi a destinazione e zompettando tra i turisti al centro di Roma raggiungi il tuo ufficio

Apri il tuo computer e nemmeno il tempo di immergerti nel lavoro vieni richiamato dai vertici per un casino micidiale in cui inavvertitamente una tua pratica è andata ad esser coinvolta

Sorridi e zompettando raggiungi la porta dei vertici…..

Sai che questa volta è diverso….. questa volta sei forte….

Hai un biglietto che ti riporta a casa, a Lecce, il giorno dopo e del resto non te ne frega nulla!!!!!!!

lunedì 18 aprile 2011

Insonnie

Ore 3.00 di notte: qualcuno entra nella tua stanza per dirti che accendendo il computer ha letto una brutta cosa. Succede che ti giri dall'altra parte e dici vai a dormire sarà una cavolata.

Ore 5.00 del mattino: senti dei rumori molesti in cucina. Cerchi di ignorarli e nascondi la testa sotto un cuscino

Ore 6.00 del mattino quel qualcuno rientra nella tua stanza e dice "sto andando all'università.... sono nervosa.... mi sono addormentata, avrei dovuto rimanere sveglia tutta la notte per studiare..... non ricordo nulla ed ho un lancinante mal di testa".
Tu apri gli occhi e rispondi un biascicante "A quest'ora vai all'università? stai tranquilla andrà tutto bene.... sei preparata"

Ore 7.30 quando finalmente ti svegli richiami quel qualcuno che ti risponde tachicardico dall'altra parte della cornetta "non so niente....sono agitatissima….. non ce la farò mai……"

Alle 10.30 mentre sei seduta davanti la tua scrivania alzando e spostando pratiche alla ricerca di un maledetto foglio che non trovi vedi il tuo telefono vibrare sordo sotto una montagna di carte.

"E' andata!!!!! L'ho superato..... sono contentissima…. Usciamo questa sera a festeggiare?!?!".

La sorella di Bussola ha dato il suo ultimo esame, la famiglia di Bussola presto oltre ad un matrimonio dovrà organizzare una festa di laurea, Bussola forse riprenderà a dormire!

giovedì 14 aprile 2011

Di ortensie e altre storie

Mia madre adora le ortensie. A casa di mare vicino al laghetto dei pesci rossi ne abbiamo una molto grande e rigogliosa di colore viola.

Un' antica credenza vuole che la prima figlia femmina di una famiglia in cui è tenuta una di queste piante non convolerà mai a nozze.

Io e quella pianta per lunghi anni ci siamo guardati nelle palle degli occhi e dei petali sfidandoci con ghigno.

Mia madre ha visto sempre la cosa con una certa ilarità....

"E' solo una vecchia superstizione" diceva scrollandosi le spalle, quando io le facevo notare che quella presenza iniziava a diventar preoccupante. Passavano infatti gli anni e io mi imbattevo in una serie di principi azzurri a cavallo di asini e ronzini.

Un giorno venne una zia zitella a trovarci a casa ed ammirò la florida pianta che avevamo in giardino.

Mia madre per sorridere le raccontò le mie diffidenze che avevo verso la suddetta jettatrice botanica.

La zia zitella disse ridendo - Anche mia madre ne aveva una grossa in salotto....forse per questo non mi son mai sposata –

Cadde improvvisamente il gelo intorno a noi. Il sorriso mi si congelò sulle labbra.

Fu solo dopo quella visita che mia madre prese in considerazione l'idea di far fuori la pianta. La prese in considerazione non la portò a compimento. Pattuimmo un periodo di un anno di permesso di soggiorno per quell'ortensia , in caso di ulteriori baci a rospi che mai si sarebbero trasformati in principi quella pianta allo scadere dell'anno solare sarebbe stata scaraventata via con tutta la sua sfiga appresso.

Non passò l'anno e conobbi Fab, che non è che proprio fosse il classico principe azzurro dal ciuffo biondo svolazzante e dagli occhi azzurri color del mare che mi sognavo da bambina....ma lo adoravo lo stesso.

L'Ortensia grazie a Fab, fu salva e io ora convolo a nozze.

Ho scoperto poi che la credenza che vuole che l'ortensia porti sfortuna alle donne in età di matrimonio derivi da un'altra credenza che vuole che sia una pianta considerata così bella da offuscare il fascino delle giovani donne.

Ma visto che ne io ne voi pensiamo che la bellezza delle donne possa esser oscurata da un fiore così splendido, probabilmente il 16 e il 17 aprile andremo nelle piazze italiane a comprare un'ortensia. Io ci andrò di sicuro!

Difendiamo i diritti dei bambini con Telefono azzurro.

mercoledì 13 aprile 2011

Good luck

tu che quando ti sei scritta all'università hai detto "economia politica non lo passerò mai"

e che infatti quell'esame per esser di parola te lo sei lasciato per ultimo prima della tesi,

che hai chiamato al capezzale tutti i miei e i tuoi amici per chiedere lumi

che cerchi su google appunti di economia politica for dammies

che mi hai fatto uscire dal lavoro prima per una settimana perchè dobbiamo ripetere insieme economia,

che mi hai fatto rinunciare a delle uscite del week-end perchè io te e Fab dovevamo approfondire alcuni capitoli

che mi mandi a comprare del pesce perchè prima dell'esame aiuta

che ti lamenti con papà dicendo che non ce la farai mai a superare l'esame e quando lui ti suggerisce di contattare CEPU tu ti stranisci,

tu che mi scrivi sulla bacheca di facebook
modello reddito consumo : in B Y=C ma il mio reddito è 0 anche i miei risparmi sono in negativo S=-a+c (1-c)y nn raggiungo il punto di coincidenza in cui C=Y per cui S=0 in B perchè rimango sulla sx , quindi mi devo indebitare perciò mi paghi te stasera che se no va alla malora tutto il grafico smacchete! Thanks

a dimostrazione che quando vuoi le cose le capisci anche troppo bene

Tu... si proprio tu

che se non scrivi qualcosa su quel cavolo di foglio domani faresti meglio a cambiar residenza perchè quest'esame l'abbiamo partorito tutti!!!!!!!

IN BOCCA AL LUPO SORELLA

lunedì 11 aprile 2011

Falsa Testimonianza

-Bussola, ti devo dire una cosa…. Mi sa che devo rivedere i miei testimoni di nozze-

- Ma come???? Gli hai scelti prima che io scegliessi i miei, e lo hai comunicato a loro anche prima che io e te stessimo insieme….. praticamente hai scelto prima loro che me…-

- Si lo so…..però mi ha chiamato la prima testimone…. La mia amica delle elementari…e mi ha fatto venire il dubbio che forse lei essendo divorziata non può fare da testimone….Ma secondo te questa cosa dobbiamo dichiararla?! Il fatto che lei sia divorziata intendo? –

-Boh… non so…. E il secondo testimone? Quale è il problema?-

- Pensandoci….lei può… lui non può…. Mi sono chiesto ma il secondo è ebreo potrà testimoniare? Allora l’ho chiamato per aver certezza… e lui mi ha spiegato che non è ebreo è protestante… ma ci pensi?!?!?!? Lo conosco da una vita e l’ho sempre pensato ebreo….ora devo riclassificarlo….-

-Oddio, far testimoniare un protestante la vedo un po’ dura…..-

- E quindi ora alla ricerca di nuovi testimoni stavo pensando di chiamare il mio amico… lo scobador!!!!! Il matador….Il rimorchiatore del gruppo….-

- Mhhhh… il matador… altra nicchia di mercato degna di attenzione –

- Ohhhhh…. Ma senti….Ma ti sembra facile trovare uno che vada bene alla chiesa?!?!?! Tra i miei amici poi….-

venerdì 8 aprile 2011

Straordinariamente a galla.

Mia madre ha sempre amato il mare. Quando eravamo piccole lei ci portava sugli scogli e qui ci spiegava le meraviglie che abitano il mare. Ci indicava i granchi che uscivano dall’acqua per godere di un po’ di sole, i piccoli pesci che si avvicinavano alla riva proprio dove eravamo noi, o i gamberetti che sempre lì vicino se ne andavano trotterellando a passo contrario.

Ogni tanto su quegli scogli si fermava anche un anziano pescatore a pulire del pesce appena pescato. Vedendoci piccole e bambine decideva di affascinarci facendo un piccolo fuoco con qualche sterpaglia trovata là intorno. Su quel fuoco l’uomo arrostiva qualche pesce e quando era ben cotto ce ne faceva dono.

Quel pesce appena pescato e cotto sugli scogli, aveva un sapore che mai più ho ritrovato in vita mia.

Ho imparato a nuotare all’età di 4 anni.

Mia madre era solita andare in apnea, e in quel mare quando si immergeva ci si perdeva come solo le persone di mare sanno fare. Oltre a pescare polpi e ricci, si divertiva a socializzare con la natura divertendosi ad osservare pesci che accorrevano al sapore di un riccio aperto per loro o rimaneva del tempo ad osservare la maestria di un polpo che con il tentacolo sistemava ad uno ad uno delle pietruzze per farsi un muretto a secco intorno alla sua tana.

Quando iniziai a mantenermi a galla con i braccioli, mia madre mi portava in acqua con lei…. Lei aveva pinne e maschera e pescava nella profondità del mare sotto di me e io ero lì unita a lei attraverso una corda che cingeva entrambe le nostre vite, e che sapevo avrei dovuto tirare se ci fosse stato qualche problema.

Io ero lì miracolosamente a galla tra l’acqua del mare e l’aria del cielo, mentre lei sapientemente nuotava dove io non la vedevo.

Quella corda ha sempre unito le nostre vite, anche quando lei ha deciso di smettere di immergersi per problemi ai polmoni ed io ho imparato a stare a galla anche senza braccioli.

mercoledì 6 aprile 2011

Il mio amico Jack

Jack lo conosco oramai non so da quanto.....forse dalle scuole elementari... o poco più....

La prima volta che lo incontrai era in compagnia di mio padre.... con lui lo avevo già visto un paio di volte ma non me ne ero curata....

Di lui non me ne curai fino a quando poi non mi si presentò un giorno mentre ero in cortile a giocare con degli amici....
Mi si avvicinò, mi sorrise e tentò un impacciato approccio.

Quel giorno non parlò ma si fermò lì a guardarmi mentre giocavo. La sua presenza mi infastidiva, mi sentivo sotto la luce dei riflettori.

Senza dare nell’occhio lo sbirciai anche io. A vederlo bene i suoi lineamenti mi dicevano qualcosa.
"Ma io questo dove l'ho visto" mi chiesi mentre passavo la palla alla mia amica.

Poi subito dopo me ne rammentai "... A si... forse con mio padre.... quella volta..."

Quel pomeriggio ci conoscemmo maggiormente e capiì subito che era piccolo e irriverente come tutti i piccoli sanno essere. Era una di quelle presenze fastidiose di cui non mi sarei liberata facilmente.

E infatti non mi sbagliavo.

Nei giorni in cui voleva stare con me me lo ritrovavo ovunque....a scuola, a casa, persino una volta a casa di mia nonna.

Tentai in qualsiasi modo di dire
"Amico andale.....Io ballo da sola... Non ho bisogno di amici come te.... anzi se proprio devo dirla tutta un pò mi mandano ai matti"

Se uno mi avesse detto una cosa del genere, con la stessa veemenza con cui la dissi io, al suo posto mi sarei messa a piangere. Lui invece non mosse un muscolo, deglutì ma ricominciò come nulla fosse.

Dopo qualche giorno però spariì veramente... e capiì che infondo bastava parlar chiaro.

Passai quindi mesi tranquilli, senza chiedermi che fine avesse fatto o chiedermi se stesse bene ovunque fosse.

Quando sei piccola tanti interrogativi non te li poni.

Nell'anno lo rincontrai un'altra volta intorno a metà dicembre mentre andavo a scuola.... Mi salutò come se nulla fosse.

"Ehi ciao? Sei vivo allora!" chiesi tirando dritto verso scuola, senza perder troppo tempo in inutili salamallecchi.

Ovviamente mi seguì
"Ma ti pare che sarei sparito così senza salutarti.... scordandomi completamente di te"

Da allora sono passati vent'anni. Jack ha preso sempre più confidenza....

Oramai, lo considero quasi un amico, se ci penso infondo siamo cresciuti insieme....

E' rimasto il ragazzo irriverente di sempre.

Viene da me quando vuole, se ne va quando vuole.... soggiorna per una settimana da me... poi sparisce a far danni altrove.... per ripresentarsi come al solito nuovamente quando ne ha voglia.

Si è costruito un suo piccolo angolo nella mia casa.....si comporta come fosse sua: accende lo stereo durante la notte, mette su un dvd, invita gli amici. Ricordo che un giorno a casa me ne presentò addirittura cinque, dei suoi spocchiosi amici. Gli accolsi tutti nonostante avessi un febbrone da 40 di febbre.

Ora Jack il mio amico herpes, che ha costruito un suo piccolo angolo nella mia bocca dall'età delle elementari, è nuovamente ospite da me.
A casa di Jack ora c'è una gran festa!!!!!!

lunedì 4 aprile 2011

Domani non cresco!

Domani non cresco!

Domani non compirò gli anni…. Rimarrò qui in attesa seduta sul ciglio della strada….ciondolando le gambe lentamente….

Poi mi alzerò e chiederò a mamma e papà se mi portano alla fiera di Roma e mi comprano un grande panino con wurstel senape e crauti….uno di quelli grandi che elargisce una donna in un camion bianco e rosso con il seno prominente e i capelli scompigliati…

se a casa non li dovessi trovare mi siederò sulla cassapanca di casa di mare a guarderò mia sorella nella culla… la guarderò fissamente per poter cogliere l’attimo in cui cresce…. E quando vedrò il momento … quel preciso momento…..correrò in cucina e griderò

- Mammaaaaa mamma… l’ho vista… è scattata…è cresciuta….non so di quanto …anzi si lo so….è cresciuta così…-

E indicherò con le dita la lunghezza di cui mia sorella è cresciuta….

Se invece mi dovessi stancare perché mia sorella non scatta…. Andrò in giardino e cercherò mia nonna….

Le dirò

- Nonna portami dall’agnello… quello che fa bheeeeeeee bheeeeeeeeee e richiama tutti i bambini che tornano da scuola e si fermano a guardarlo –

Ma se nonna in giardino non c’è, ritornerò in casa…. E aspetterò seduta sulla seggiolina al buio rivolta verso la porta di ingresso di casa….

Mia nonna prima o poi tornerà….

Si domani non cresco,


Non firmerò assegni….. non pagherò mutui… non mi comprerò abiti da sposa….non risponderò al telefono del lavoro…. Non scriverò lettere in europa

Domani rimarrò qui in attesa seduta sul ciglio della strada….ciondolando le gambe lentamente….

Comprerò un grosso zucchero filato e mi canterò da sola

Tanti Auguri….

Ma a bassa voce…. Perché domani io non cresco!

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