martedì 28 febbraio 2012

L'età pe' certe cose

Viaggiare mi è sempre piaciuto.

Non importa quanto duri il viaggio e dove esso porti, la cosa importante è spostarsi, scoprire nuovi posti, perdersi in nuove ricerche.

Due week-end fa Fabrizio era di pessimo umore per risvolti lavorativi, che non proprio lo soddisfacevano, rimanere in casa avrebbe significato guardare il soffitto, affondare in lunghi silenzi, in parole non dette e lasciate in equilibrio a mezz’aria.

Ho deciso per questo di proporre una piccola gita fuori porta, come era consuetudine quando eravamo fidanzati, e che via via è diventata sempre più cosa rara per i lavori di casa, preparativi di matrimonio e piccoli fuori programma che ogni volta si creavano.

Probabilmente ne sentiva anche lui la necessità ed ha accettato senza pensarci su due volte.

Ci siamo lasciati guidare dalla macchina. Abbiamo seguito la via del sud, forse alla ricerca di sole e di qualche squarcio di primavera.

Siamo approdati a Gaeta, e lì mi sono innamorata dei luoghi.

I posti di mare hanno un qualcosa di affascinante che mi rapisce il cuore.

Sarà che sono nata in luogo di mare, e a questo mi sento unita, sarà che l’imperturbabilità dell’acqua mi affascina da quando ero bimba e la osservavo da uno scoglione dietro al porto, sarà che ho voglio di estate e di calore perché questo inverno mi ha ormai stancato, ma io lì mi sono riappacificata con il mondo.

Fabrizio lì ha dimenticato ogni suo nervosismo che portava nel cuore.

A volte basta veramente poco.

PS: Non malignate… quelli sulla spiaggia non siamo noi… non c’avemo più l’età pe’ certe cose….ma c’avemo l’età per invidiare quei tempi

mercoledì 22 febbraio 2012

Tempo al tempo

Il giorno della partita Roma - Napoli dissi al nipotino di Fabrizio....

- Ehi Leo lo sai che oggi vengono a cena a casa mia altri bambini..... anche una bimba dell'età tua molto carina....

Quella sera per la partita Leo e la sua mamma furono i primi a suonare il campanello del mio portone.

La casa in poco tempo si riempì di adulti e bambini, e per quanto non fosse questa di grandi dimensione ognuno trovò una giusta collocazione.

La bimba in questione e la sua famiglia furono gli ultimi a presentarsi all'appello degli invitati.

Leo quando la vide varcare la soglia di casa, ne rimase folgorato, probabilmente andava oltre le sue aspettative.

Piccola, graziosa, bionda, agghindata di fiocchetti e ninnoli come ad ogni rappresentante del gentil sesso si deve, la bimba era al top dei desideri di uno scugnizzetto treenne.

Per non lasciar adito a dubbi, come folgorato da un'idea geniale Leo scappò nella mia stanza da letto e si mise a rovistare nella busta che la madre aveva portato con sè da casa sua.

Trovato ciò che cercava ritornò in stanza trionfante e sventagliò sotto il naso della bambina il suo pigiama.

Il messaggio era chiaro

- Se proprio non vuoi una scopatina almeno facciamoci due smancerie in abiti comodi... sollazziamoci pure in tranquillità

a dimostrazione del fatto che al maschio quando un esemplare di sesso femminile di gradevoli fattezze entra nella propria area visiva gli va in pappa il cervello e perde il controllo della situazione.

La bimba un pò per timidezza, un pò per eleganza declinò gentilmente il goffo invito preferendo la compagnia di altre bambine seppur più giovani di età......

Leo trovò rapida consolazione nei vari giochi sparsi per casa e dimenticò lo sgradevole accaduto.

Diamo una decina di anni a questi due e le cose cambieranno, perchè è legge ineluttabile ed imprescindibile che le principesse vanno sempre a finire con i bricconcelli dal cuore buono.. Noi. , e i suoi genitori, gli aristogatti, Shrek, Lilly e il Vagabondo, La carica dei 101, lo possiamo testimoniare.


sabato 18 febbraio 2012

PiraLEO

I pirati sono uomini duri.

Loro fanno irruzione nelle case delle persone di mattina presto e si scompongono poco se vengono accolti in pigiama e con i capelli arruffati.

I pirati anzi un po’ ci godono nel creare il caos.

Sguainano il loro scintillante uncino davanti al naso del nemico e restano in attesa della reazione scoprendo un po’ un ghigno cattivo.

Non prendono caffè, perché loro di mattina presto vorrebbero solo rum.

Vorrebbero dirti la frase di capitan uncino, ma un po’ se la scordano e un po’ li si inceppa tra i denti, allora alzano una spalla e non se ne curano.

Ti concedono due foto poi quando si sono stancati si voltano di spalle e ti dicono

- Ora basta zia…. Che devo andare alla festa in maschera dell’asilo…. Mi stai facendo far tardi

Poi prendono la via dell’uscita, ma prima di chiudere la porta dietro di se si voltano e ti dicono

- Grazie zia per questo bel vestito da pirata che mi hai trovato….

E quando tu emozionata balbetti

- Sono stata promossa quindi tua personal shopper????

Loro ti guardano con un certo disappunto e ti dicono

- Personal che??????

Perché il pirata è uno così… un rude…. Uno che entra, sguaina il suo fascino e il suo uncino e poi se ne va….

Lui della gente poco se ne cura….

Averci 30anni in meno, io da un pirata così mi sarei fatta fare ostaggio…..

mercoledì 15 febbraio 2012

AMORE DOLCE SALATO - Ravioli spinaci e ricotta

Non sono una grande fanatica del San Valentino, non almeno nel senso più commerciale del termine.

Non mi piace ricevere regali, o fare regali per San Valentino. Odio tutti i gadget con orsacchiotti che si baciano e con la parola ti amo in tutte le salse ad ogni modo mi piace celebrare il giorno dell’amore.

E’ un modo per dare all’altro le giuste attenzioni, per non dare il sentimento per scontato.

Per questo San Valentino, ho deciso quindi, oltre che vestire la casa a festa, anche preparare una pasta a tema.

Ed ora…. Prego… accomotevi a casa nostra per San Valentino

Pasta:

-4 uova

-500 gr. di farina

-acqua q.b.

-sale



Ripieno:

-300 gr. di ricotta

-100 gr. di spinaci lessati

-5 cucchiai di parmigiano grattugiato

-noce moscata

-sale


Condimento:

-20 foglie di salvia

-1 confezione pinoli

- 1 melograno

- formaggio parmigiano

- miele (io ho usato quello di fragola)



Per il condimento

Passare in padella gli spinaci. Aggiungere un pizzico di sale, e di noce moscata. In ultimo aggiungere la ricotta.
Basta poco che ce vò....





Per la pasta.

Predisporre la farina a fontana su una tavola in legno e aggiungere le uova e il sale.



Impastare e lavorare la pasta fino a quando questa non acquista una giusta consistenza.





A questo punto preparare la sfoglia con il matterello.



Se si vuole aumentare la resa dell’impasto, si può usare la macchinetta della pasta per aver sfoglie ancora più sottili. Usare il penultimo stop, in tal caso.

Ora usate una formina per biscotti a forma di cuore o di qualsiasi altra forma stuzzichi la vostra fantasia, per delineare le sagome dei ravioli



Creare quindi la prima sagoma e aggiungere al centro un cuore di ripieno



Chiudere il cuore saldandolo con una pappetta di acqua e farina disposta lungo il bordo della sagoma.





I ravioli così preparati possono anche esser congelati e usati al momento di necessità.


Per ultimare il piatto

La preparazione della pasta è molto semplice ma di gran effetto oltre che di eccellente sapore. Ovviamente le più pigre possono partire da questo punto con dei ravioli freschi già comprati.

Prendete quindi nota.....

Far saltare in padella la salvia in un filo d’olio e sale. Separatamente tostare in una pentolina dei pinoli e aggiungerli quando pronti alla salvia.

Scolare i ravioli un minuto prima del tempo necessario per il termine di cottura (quelli preparati in casa 4 minuti), e farli saltare in padella con il preparato di salvia e pinoli. Aggiungere del formaggio e rimestare.

Versare la pasta così condita  nei piatti.

Aggiungere un altro po’ di formaggio in cima, una manciata di pepite di melograne e in ultimo filo di miele sul tutto.

E’ un piatto dolce e salato come l’AMORE.





Non vi resterà quindi che addobbare un pò casa e aspettare il vostro AMORE DOLCE SALATO









L’AMORE è nei piccolo gesti di ogni giorno, non diamolo mai per scontato.

Con questa ricetta partecipo a questo contest

lunedì 13 febbraio 2012

Come due vene

Quando mia madre era in ospedale, io raccoglievo fiori nel giardino di mia nonna poi li sistemavo con cura su un foglio e li legavo con nastro adesivo alla carta.

“ Per mia madre” scrivevo sopra il foglio con una grafia un po’ stentata.

Erano i miei capolavori per mia madre, probabilmente un buon escamotage trovato da mia nonna per tenermi occupata in casa anche senza la presenza costante di mamma.

Arrivò il giorno in cui potei portare i miei fogli bucolici a mamma in ospedale.

- E’ nata la sorellina – Mi disse mio padre – Andiamo a trovarla!

Quando vidi mia sorella per la prima volta mi apparve strana. Era piccola, spennuta, gracchiante. Così a primo impatto non mi piacque, non era come me l’ero immaginata nei miei sogni.

Guardai smarrita mia madre e le dissi

- Volevo una sorellina. Cos’è questa porcheria?

Ovviamente all’epoca mia sorella era troppo piccola per rispondere ed incassò il colpo, in silenzio, maturando vendetta in sordina come solo i grandi sanno fare. Poi appena raggiunta l’età dei vocalizzi, ci tenne a ritornare sull’argomento.

- Dinda, Dinda ….

Girava per casa, strillando. Dinda era il nome che aveva dato a me, e con cui chiamava anche le sue mutandine. La similitudine era chiara, netta, non lasciava adito a dubbi.

Se il suo disappunto di quella prima frase detta da me a suo discapito non era stato abbastanza chiaro, ci tenne a sottolinearlo lanciandomi un orologio in ferro dritto dritto in fronte.

Fu a quel punto che decisi di capitolare a quell’uragano che era entrato a casa mia.

Da allora siamo cresciute, abbiamo imparato a conoscerci.

Ci siamo scazzate, amate, emozionate, allontanate, rincorse, fraintese, rappacificate, ma siamo sempre rimaste unite. Siamo due vene così differenti e così uguali in cui corre lo stesso sangue, che entra ed esce da quell’unico grande cuore che si chiama famiglia.

Ora lei mi appartiene come mi appartiene la mano con cui scrivo

Questo è il suo BLOG .Abbiatene cura


venerdì 10 febbraio 2012

Pasta asparagi e funghi porcini al cartoccio ... questione di ormoni

Sapete quei giorni, in cui avete le vostre cose, e una fame cannibale, per cui tornando a casa vi verrebbe da suonare al vicino per potervelo mangiare a crudo con giusto un filino di aceto balsamico?! Quei giorni, in cui vi sentite di voler coccolare le persone che sono a voi accanto, semplicemente perché volete voi le coccoline?!

Bene, questa pasta fa per voi. E’ una pasta per gente “mestruata” come lo sono io in questo momento. Ho già lo spot.

Mangia anche tu pasta asparagi e funghi porcini al cartoccio: L’unica vera pasta per gente mestruata!

Appena finisco il post lo giro alla lines e me lo faccio brevettare. Magari potrebbero fare che con 3 pacchi di assorbenti potreste avere in omaggio una confezione di preparato già pronto della mia pasta.

Si la trovo un’idea geniale!

Ad ogni modo, mi accingo ad enunciare cotal prelibatezza.

Di cosa avete bisogno?
- Asparagi freschi
- Funghi porcini (io avevo quelli congelati, ma se freschi ovviamente meglio)
- Pasta taglio corto
- Odori (io ho usato basilico, menta, salvia)
- Pancetta
- Pomodorini
- Parmigiano Reggiano

Non do le giuste dosi, perché io sono della teoria misura “alla che me ne frego”, evoluzione della teoria di mia madre e di mia nonna che era “ad occhio e croce” o “poi ti regoli”.

Prendete gli asparagi, e dopo averli lavati li affettate e li mettete a soffriggere con un po’ di olio.





Nella stessa pentola, aggiungete quindi i funghi porcini, e alcuni pomodorini tagliati in quattro.

Lasciare cuocere tutto insieme per alcuni minuti.




Separatamente dorate in una pentola a parte i dadini di pancetta. E quando li ritenete pronti aggiungeteli nel pentolone della strega su cui stavate lavorando prima.




La bontà di questa ricotta sta nell’odore che emana il cartoccio appena aperto e nella mozzarella che fila. Quindi il mio consiglio è di non essere avari con gli odori. A casa io mi trovavo basilico, menta e salvia. Normalmente li conservo congelati, così mi possono durare molto di più senza perdere le loro caratteristiche organolettiche.



Separatamente lessate la pasta per pochi minuti. Tre minuti in meno di quelli consigliati sulla scatola.
Finchè la pasta cuoce avete anche il tempo di tagliare la mozzarella a pezzetti.



Scolate la vostra pasta e aggiungetela sempre alla vostra pentola da stregona, insieme agli odori. Quindi mescolate il tutto con il formaggio grattugiato e mescolate per un minuto a fuoco dolce, in modo da far amalgamare il tutto.



A questo punto non vi resta che preparare gli involucri per il cartoccio. Io ho optato per uno strato di foglio d’alluminio a cui ho aggiunto un quadrato di carta da forno, per rivestire l’interno. Fondamentalmente non ero sicura che il foglio d’alluminio potesse andare a contatto con il cibo in forno, e con la sola carta da forno avevo paura che il fagotto si aprisse.
L’insieme delle due cose mi è sembrato ottimale.
Su questi due strati aggiungete la pasta, qualche nuova fogliolina di odori e pezzetti di mozzarella.


Chiudete bene il cartoccio, e infornate in forno già riscaldato a 180° per otto- dieci minuti.



E quando è pronto non vi resta che dare il cartoccio ai vostri bambini


E gustatevi la loro faccia, quando scopriranno che mondo meraviglioso si nasconde all’interno.



PS: Fabrizio ha giurato che prenderà ora nota del mio ciclo, per sapere quando lo chef si asprime al meglio, in modo da capire quando la cena esulerà dalle solite verdurine a carne buttata lì. Certi piatti possono essere dovuti solo a forti sbalzi ormonali.

domenica 5 febbraio 2012

Fiocchi di neve sul cupolone

Mentre i telegiornali impestano l’opinione pubblica di brutte notizie, incidenti, morti e disagi…. Noi questa nevicata a Roma ce la siamo vissuta come fosse un sogno, perché siamo un po’ bambini oltre che un po’ cretini.

Alzarsi la mattina, aprire le finestre ed avere l’impressione che qualcuno abbia spostato la tua casa da Roma per portarla fin su a Cortina…. Beh non capita tutti i giorni.

Io ero eccitata come “una creatura”….

Come la grande nevicata dell’86, quando le scuole chiusero e praticamente il sindaco in persona mi autorizzava a rimanere tutto il giorno in cortile a giocare a palle di neve e pupazzi di neve con gli altri miei coetanei che vivevano nei dintorni.

Anche quest’anno sindaco, prefetto, protezione civile ci autorizzano a saltare la giornata lavorativa di lunedì…. E io ho fatto salti più alti di quelli dell’86.

Vi lascio alcuni scatti della mattina di sabato, quando la neve era al massimo dello splendore.

Non essendo molto lontani da Ostia, abbiamo preferito dirigerci verso il mare piuttosto che verso la città. L’effetto di sabbia, mare e neve ci ha regalato veramente dei paesaggi surreali.

Poi sarà che San Valentino si avvicina…. Sarà la neve…. Sarà che si cresce ma non si invecchia…. Sono entrata in modalità romantica…Le foto hanno quindi un filo di romanticismo.

PS: Tra le diverse foto c’è anche il pandoro di San Biagio, il protettore della gola come anticipato “qui” .... E anche quello a ben vedere faceva molto neve, molto cuore










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