domenica 30 ottobre 2011

La chiamavamo libertà

Ho sempre amato gli animali…. A casa mia di Lecce ci sono sempre stati cani, gatti, pesci rossi e tartarughe d’acqua in vasche con ninfee …. Le campagne invece sempre popolate di altri animali come colombi, galline ed altro.

Il nostro viaggio di nozze in Africa lo abbiamo scelto proprio per conciliare la passione degli animali con quella della fotografia. Quale posto meglio di quella terra così selvaggia per ritrarre animali???

Tra le varie guide della lonely planet abbiamo scelto di comprare e studiare quella del Sud Africa….città del capo, cape point, parco di buona speranza, parco Kruger, Mpumalanga si sono avvicendate sotto i nostri occhi, prima su carta e poi dal vivo.

Quando dicono mal d’Africa… non lo dicono a caso…. L’Africa è un posto che rapisce, per i suoi animali nati liberi, per i suoi colori, per gli spazi sconfinati, per il sorriso della gente. L’Africa è un posto che ti rimane dentro.

In questo viaggio abbiamo collezionato una miriade di fotografie, che sembrano rubate alla rivista National Geographic. Pubblicheremo pian piano le foto nei prossimi post. Il bello dell’Africa è che la natura è così prorompente che ci vuol poco per far foto grandiose.

La seconda parte del viaggio l’abbiamo dedicata alle Mauritius, una bellissima isola appartenente allo stesso continente. Siamo andati via però con il rimpianto di non averla vissuta appieno. Il nostro pacchetto viaggio comprendeva l’all inclusive nel residence e questo volente o nolente ti impigrisce a rimanere nel tuo albergo e a spostarti poco, perché ogni cosa che è fuori costa. Abbiamo fatto comunque alcune gite nell’isola e visto alcuni angoli di paradiso.
Anche delle Mauritius seguiranno foto nei prossimi post.

Prima di salutarvi vi lascio alcune foto di babbuini e scimmie scattate le prime in Africa e le seconde alle Mauritius. Le scene sono molto simili ma c’è una grande differenza: nel primo caso gli animali sono liberi, nel secondo sono dietro le sbarre. Le espressioni degli animali sono notevolmente diverse. Giudicate voi...

Io penso che l’uomo a volte commetta delle grandi crudeltà per sollazzo personale o per meri fini economici. Questo non vuole esser un’accusa nei confronti delle Mauritius in quanto in Italia senza grossi problemi si trovano situazioni analoghe.
Voi che ne pensate?










giovedì 6 ottobre 2011

Mi pare di aver detto SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

Dicono che il matrimonio sia il giorno più bello della propria vita….. Per me lo è stato….

Ho vissuto un sogno….

E mentre scrivo sento ancora l’emozione di quei momenti appena passati.

Il mio matrimonio è stato speciale per diverse ragioni. Perché mi ha detto culo e il tempo è stato a dir poco splendido. Perché c’era una grande organizzazione dietro, e gli sforzi alla fine vengono sempre ripagati. Perché hanno partecipato tutti e questo fa la differenza, questo rende veramente speciale le cose.

Non so dire cosa ricorderò più fra una decina di anni…..cosa mi farà ritornare a far battere il cuore all’impazzata….. se la coroncina in svarorsky sui miei capelli che mi ha fatto sentire una principessa o il velo bianco che mi nascondeva il volto prima di arrivare all’altare, le rose rosa del mio bouquet e negli occhielli, la macchina storica di alcuni parenti, gli occhi buoni e trepidanti di Fab in attesa davanti al portone della chiesa, il sorriso dei miei genitori e dei familiari di Fab, le parole del parroco Padre Antonio Caccetta durante l’omelia e il mio intervento tremolante, la presenza costante e rassicurante di mia sorella, le rose in mano dei miei nipoti, le foto nelle mie campagne, la barca in mare per giungere al ristorante, i miei cugini e Marian per guidare imbarcazione e attracco davanti agli occhi di tutti, le ottime pietanze a base di pesce, il ristorante Zio Tom dal servizio impeccabile e raffinato, la lettera della mia amica londinese Salia letta al microfono prima della torta, o quella di mia cugina data timidamente a mia madre, i balli di pizzica davanti al porto la sera, la voce e i tamburelli dei Coribanti, le canzoni messicane cantate da Bertha e Maribel, o quelle napoletane dai miei colleghi, i piedi scalpitanti di tutti al suono della pizzica, il bagliore delle lanterne volanti che prendono il volo nel cielo riflettendo la loro luce sul mare, o Noi.

Tutto questo ci ha fatto vivere un sogno che io e Fab non dimenticheremo mai per questo ci tenevamo a ringraziare un po’ di gente

Tableau e organizzazione matrimonio: Fabiana Renzo

Vestito da sposa: La casa della sposa - Lecce

Acconciatura e trucco sposa: Flavia- Hair Fashion – Salve

Aiuto vestizione sposa: Ada Daversa

Macchina d’epoca: Giuseppe Corciulo

Acconciatura famiglia sposo: Glamour di Stefania Orlando

Addobbi floreali: Giardino fiorito in Morciano di Leuca

Musiche in chiesa: Coro di Morciano di Leuca diretto dal maestro Francesco de Siena

Fotografo ufficiale: Fabio de Stefano

Foto blog: Francesca Michelacci

Aiuto barca: Rogojina Mariano, Salvatore Manco, Negro Cesare e Daniele, Fauzza Pasquale e Pino

Confezione Olio: Azienda agricola Sante Le Muse , Morciano di Leuca

Confezione Vino: Azienda Agricola Salvatore Mattia, Veglie

Bomboniere: Scultura in ferro battuto, Salvatore Zocco

Riprese: Antonio Vantaggio

Stampa libretto ed etichette bomboniere e confezioni: Imago, Tricase

Ristorante : Zio Tom, San Gregorio Lecce

Gruppo di Pizzica: I coribanti

E ogni singolo partecipante al nostro matrimonio.

Non lo diciamo per dire. Hanno tutti contribuito in un modo o nell’altro, e anche senza uno di loro questa festa non sarebbe stata così indimenticabile come invece lo è stata.



















La fotografa del post si scusa ma a fine serata è stata inesorabilmente punta dal morso della taranta ed ha dovuto ballare la pizzica per tutta la notte per smaltire il veleno dell’animale, mancano pertanto le foto della seconda parte della serata.

martedì 27 settembre 2011

Avanti il prossimo

Quando ti rendi conto che tutti quelli del tuo corso pre-matrimoniale si sono sposati, il pensiero successivo è che il tempo stringe e la prossima sei tu.

Sabato scorso anche Pì e il Socio sono convolati.

Abbiamo assistito al loro matrimonio, con una carica emotiva ancora superiore a quella già intensa che spetta a questo tipo di cerimonie.

Con Pi e il Socio, in un anno di preparazione al matrimonio abbiamo condiviso tanto….forse tutto….

Siamo arrivati alle stesse tappe con le stesse emozioni… positive o negative che esse fossero…. sfinimento, trepidazione, stanchezza, ansia, esaltazione, speranza, gioia.

Ad ogni modo passando insieme da questa centrifuga di sentimenti è passato un anno e il grande giorno non è mancato all’appuntamento: sabato scorso il loro e a distanza di sette giorni ci sarà il nostro.

Il matrimonio di Pì e del Socio per noi, quindi , ha significato molto.

Loro erano bellissimi. Lo so, io sono di parte, ma giudicate anche voi dalle foto e ditemi che non ho ragione.

La giornata è stata di un caldo eccezionale, che se potessi contrattare io con il Signore per una giornata uguale per sabato prossimo mi impegnerei l’attrezzatura fotografica di Fab. Che mi frega tanto è roba sua.

Tutto è stato ordinato. E’ scivolato sereno come da copione, a dimostrazione che dietro c’era un’impeccabile organizzazione.

Cosa porto con me di quella giornata?

La consapevolezza che dietro ai vestiti lussuosi, ai gioielli sfavillanti, al trucco perfetto, alle acconciature ineccepibile c’erano i nostri amici di sempre… e li si riconosceva dai piccoli gesti, dalle smorfie buffe nei momenti di pausa, dalle battute sussurrate tra una pietanza e un’altra.

Cosa avrei rubato alla loro cerimonia, per portarla alla mia?

Senza ombra di dubbio la VELATIO, di cui non conoscevo l’esistenza. Per chi come me ne ignorava l’usanza, la velatio è un rito antico, con cui la benedizione finale degli sposi viene fatta sotto un velo rosso tenuto all’estremità dai genitori dello sposo e della sposa.

Il velo in realtà può essere bianco come simbolo di purezza o rosso simbolo dello Spirito Santo.

E’ un gesto semplice, ma molto suggestivo. Giudicate voi!







mercoledì 21 settembre 2011

Tutta colpa di Hotel California

Lui era un bambino veronese. Venne con la famiglia a trascorrere le vacanze un’estate di tanti anni fa, proprio in una delle case che noi affittiamo.

Io me ne innamorai perdutamente. Avevo 12 anni e tante cose ancora da imparare.

Lui un paio di anni in più, e già nel curriculum annoverava bottini di cioccolatini lasciati sui banchi di scuola da compagne innamorate.

Il bimbo di allora era biondo, con dei boccoli che gli scendevano lungo il viso, che lo facevano più assomigliare ad un cherubino che ad un bambino vero e proprio.

Quell’estate ovviamente non successe nulla, se non qualche chiacchiera sulle scale di casa tra due ragazzini socialmente timidi.

L’estate però era al termine, e le prime piogge di fine agosto e il silenzio della marina che si accingeva all’arrivo della stagione fredda faceva sembrare tutto così dannatamente romantico ad una ragazzina di appena 12 anni.

Era l’anno della canzone Hotel California, era l’anno in cui inizio’ a battermi il cuore forte.

Negli anni successivi ricordo che con il giungere della nuova stagione estiva, ritornavo a pensare al bambino veronese e a sperare che tornasse con la sua famiglia a trascorrere le vacanze da noi.

Passarono gli anni, l’estati e le stagioni, ma la mia casa non venne mai occupata da nessuno dei componenti di quella famiglia. Si avvicendarono altre famiglie, altri bambini, ma sempre troppo piccoli o poco interessanti per me che oramai mi avvicinavo all’età dell’adolescenza. Il ricordo di quel bambino comunque rimase per me qualcosa a cui aggrapparmi nei momenti di nostalgia.

Una sera di primavera di diversi anni dopo e, quando ormai frequentavo gli ultimi anni d’università, arrivò una telefonata a casa nostra da Verona. Avevano ritrovato il nostro telefono casualmente e ci tenevano a farci un salutino.

Ci aggiornarono su come era cambiata la loro vita in tutti quegli anni di assenza di comunicazione e noi la nostra. La figlia più grande si era sposata e aveva avuto dei bambini, il figlio più piccolo si era laureato e stava facendo carriera di scrittore.

Finì la telefonata con la promessa di far di tutto per rivedersi presto. Io non ebbi modo di parlare con nessuno ma ascoltai la telefonata con grande attenzione dalla bocca di mia madre. Poi quando lei riattaccò con finto disinteresse chiesi di cosa si trattasse.

L’anno successivo destino volle che il cherubino cresciuto venne a Roma a fare la presentazione di un suo libro e pensò di invitarmi. In quel periodo ero appena uscita da una storia, e quindi affogavo in una vagonata di malinco-noia.

Perché allora rifiutare???? Magari poteva esser l’occasione della mia vita???? Magari tutto poteva avere un senso…. Magari Venditti aveva ragione

“Certi amori
non finiscono
fanno dei giri immensi
e poi ritornano”

Anche se più che amori sono PARA di una bimba di 12 anni.

Ma magari NO!

Andai all’appuntamento…..emozionata e convinta che la vita mi stesse dando una bella opportunità. Mi portai un’amica perché forse da sola non ce l’avrei mai fatta.

Entrata nella sala affollata cercai il mio cherubino cresciuto tra tutta quella gente, ma trovai solo un uomo stempiato, con la panza e un’aria molto terrena.

Mi ci vollero diversi minuti per capire che era lui il mio cherubino cresciuto e che gli anni me lo avevano un po’ deturpato.

Ci salutammo… parlammo…. E in qualche modo fu anche emozionante rivedersi dopo tanto
tempo….

Ma poi ci perdemmo di vista…..

MORALE DELLA FAVOLA: Se ti fai i cavoli tuoi a volte almeno ti rimangono i sogni….

E a voi vi è mai capitato di scontrarvi con la realtà????



lunedì 19 settembre 2011

E so soddisfazioni

Arriviamo al centro medicina preventiva e tropicale in puntuale ritardo.

La donna che è in segreteria consegna un modulo ad entrambi da compilare. Nome, cognome, data di nascita, professione, durata del viaggio, luogo di viaggio, malattie pregresse, vaccinazioni pregresse, allergie ad alimenti, allergie a medicinali.

Compilo il mio modulo buttando un occhio di tanto in tanto a quello di Fab. E’ più forte di me, se uno vicino a me compila un test io una sbirciatina alle sue risposte non riesco a non darla. E’ una tara maturata dopo tanti anni dietro i banchi di scuola.

Quando abbiamo finito sempre la stessa persona ci accompagna dal medico, dove ci accomodiamo ognuno con i suoi compitini ben svolti.

Mettiamo le schede sulla sua scrivania e quando il medico le prende e da una prima sbirciata Fab rompe il silenzio e dice

- Cominciamo da me che sono il caso più complicato –

Fab in fatto di malattie ha un curriculum da fuoriclasse, e vuole subito che la cosa sia ben chiara a tutti.

Lui è l’ultimo dei mohicani.

- Ho avuto un carcinoma alla tiroide all’età di 16 anni –

- Si ma avrai tolto la tiroide e ora prendi l’eutirox. Poi?

Il dottore non è per nulla scosso dalla cosa

- Una nefrite all’età di 10 anni –

- Attualmente ti ha lasciato qualche forma di insufficienza?

- No, era di origine batteriche….poi volevo dire che per il carcinoma ho tolto la tiroide ma ho mantenuto le 4 paratiroide. Insomma ho portato a casa un bel risultato.

- Altro?

- Tutte le malattie esantematiche….l’ultima la varicella nemmeno due mesi fa….

- Si ma questo non mi interessa…. In realtà c’è però una cosa che mi preoccupa della tua cartella clinica.

Guardo Fab e gli leggo negli occhi una certa preoccupazione.

- Tu hai un elevato fattore di rischio.

Fab ammutolisce.

- Perché leggo dalla tua cartella che sei ingegnere, è questa è veramente una brutta malattia! Una malattia di cui non ho la cura

Ridiamo tutti

Poi tocca a me.

- Vedo che anche te scoppi di salute.

- Oggettivamente mi ero riproposta di perdere 5 kg per il matrimonio non ho perso nemmeno 5 etti. Si al mio barattolo delle urine potrebbero tranquillamente appiccicarci l’etichetta “soggetto che scoppia di salute”

Dopo un breve resoconto sui fattori di rischio malaria in sud-africa, sulle temperature a cui le zanzare si riproducono e i morsi delle scimmie il dottore ci da i suoi consigli, ma la scelta resta a noi. Terapia antimalarica solo se una volta nel parco ci viene confermato il rischio malarico (l’OMS ha dichiarato per quelle zone un rischio basso), vaccino febbre gialla, vaccino contro il tifo, vaccino contro l’epatite A e B, vaccino contro il tetano. Stavamo vincendo anche il colera, ma poi all’ultimo il dottore ha avuto un tentennamento è lo ha depennato

Ma se un medico ti consiglia una cosa, tu te la sentiresti di fregartene?

E così ne siamo usciti con un totale di 8 punture, 4 cerotti, e 309 euro in meno, ma la soddisfazione di poter abbracciare le scimmie.

Fab ha inoltre avuto l’opportunità di raccontare la sua storia da highlander della farmacologia moderna anche all’infermiera che le ha bucato quattro volte le braccia. E so soddisfazioni.

domenica 18 settembre 2011

Tutto po esse

C’era tutto…

c’erano le stelle alte nel cielo….l’aria fresca della notte… le gonne fruscianti al battito di un tamburello… la luce tenue della luna …..le ombre degli archi dell’acquedotto di San Policarpo….

C’era la voce calda degli stornelli romani, dei canti di pizzica salentina, di tammurriata e altro…. La melodia delicata di un flauto…. Il liquore nei bicchieri…. Il sorriso delle mie amiche…… i piedi scalzi che ballano sull’erba….. i foulard distesi sul prato….

Nel cuore della notte in un parco di Roma mentre tutta la città dormiva c’ero io e c’erano un’altra ventina di persone che ballavamo per festeggiare il mio addio al nubilato….

Una notte magica….

I miei più sinceri ringraziamenti a mia sorella che ha organizzato tutto questo per me, alle mie amiche che sono state contente di prendere parte ad un addio al nubilato fuori dai canoni e ai Tutto po esse che hanno suonato per me dalle 22.00 alle 2.00 di notte e senza i quali tutto questo non sarebbe stato così emozionante

giovedì 15 settembre 2011

Ninnerrime

Si lo confesso..... adoro fare le ninne.....mi è sempre piaciuto.....

Sono nata dopo quasi 10 mesi di gestazione, adoravo fare le ninne anche lì, rimanere a far capriole nel liquido amniotico di mia madre, senza per nulla preoccuparmi di dover uscire a conoscere il mondo.

Una volta nata ho scoperto poi che il mondo non era così male, anche se le ninne hanno continuato a piacermi anche quando dallo stadio di bimba pesce sono passata allo stadio di bimba gatto (gattonatrice).

Ricordo che quando i miei avevano gente a cena, allo scattare delle ore 20.00, io non sentivo storie, uscivo di stanza dicendo "Buona notte a tutti", e prendevo la direzione della mia stanza da letto.

Ero una cenerentola dei tempi moderni, solo che non perdevo mai le mie pantofole.

Comunque quel "buona notte a tutti" mi ha accompagnato per diversi anni successivi.

Anche nell'adoloscenza allo sballo in discoteca fino alle prime ore dell' alba ho sempre preferito lo sballo di un pigiama in pail e di un buon libro da leggere sotto le coperte quando fuori piove....Adrenalina pura....

Attualmente per diversi motivi, non riesco ad andare a letto prima delle 23.00. La mattina svegliarsi è una sorta di violenza fisica e psicologica, a cui non mi riesco ad abituare.

Si alza prima Fab, prepara prima il caffè e poi viene a svegliarmi con un bacino. Lui ce la mette tutta a rendermi meno difficile il buongiorno al nuovo sole. I risultati sono però deludenti.

Se va bene mi trascino vicino al tavolo e brancolo alla ricerca della mia tazzina, se va male invece passo dal letto al divano e imploro clemenza!








Sfilano per voi le nostre pantofoline Muji e il pigiamino Oysho

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