domenica 11 aprile 2010

Paiare

Nel Salento molto spesso il turista rimane affascinato da antiche costruzioni in pietra che chiama erroneamente trulli. Nella realtà i trulli si trovano ad Alberobello, le nostre costruzioni prendono il nome di paiare, probabilmente perché inizialmente utilizzati come depositi della paglia, e diventate in seguito rifugio per uomini ed animali. Ciò che differenzia un trullo da una paiara, è la forma. La paiara, non ha una struttura conica come il trullo, ma è formata da due coni semi-tronchi disposti l'uno sopra l’altro.



Queste antiche abitazioni venivano usate principalmente nel periodo estivo, quando la famiglia si trasferiva dal paese in campagna vicino al mare, per poter esser maggiormente presente nei lavori agricoli.
La terra del Salento è molto pietrosa, quindi difficilmente coltivabile come tale. La rimozione delle pietre, quindi aveva il doppio vantaggio: quello di rendere più fertile la terra e quello di aver materiale per costruire dimore per uomini e animali.
Non è difficile trovare vicino ad una paiara anche una piccola stalla dove mettere a riposo gli animali per la notte, e "parcheggiare" il carretto.


Le paiare vengono costruite con una tecnica antica, di incastro di pietre, unito a un po’ di terra impastata. Un sottile strato di calce serviva per sterilizzare l’ambiente.

Questa tecnica antica che con gli anni tende a scomparire prevede che le pietre abbiano tutte un’inclinazione verso l’esterno, così se la notte piove l’acqua scivola esternamente da pietra a pietra e in caso di crollo per lo stesso fenomeno, le pietre scivolano le une sulle altre verso l’esterno senza colpire chi malauguratamente dorme all’interno.
Le paiare all’interno possono essere costituite da un unico grande ambiente o nei casi di paiare più articolate da ambienti diversi.

Immancabile ad ogni modo è l’angolo cucina

E quando possibile l’angolo lavanderia interno, anche se è più frequente quello esterno.

A volte nella stanza notte è possibile trovare cose in cui mai avremmo pensato di imbatterci, come queste rurali arnie. Nella stanza da letto, così, giusto per esser più comodi per controllare gli alveari.

Ebbene sì si dormiva insieme alle api.
Sull’altro lato della stanza, ci poteva essere un piccolo caminetto sulla sinistra della porta e delle finestrelle dalla parte opposta dove appoggiare il cappello e altri piccoli oggetti.

Se siete in una paiara e alzato lo sguardo, probabilmente vedete qualcosa come questa raffinata tecnica di incastro. Non so cosa ne pensiate, ma secondo me, all’epoca molti contadini avrebbero meritato una laurea in architettura.

Le porte sono semplici, perché diciamoci la verità, i ladri non venivano, c’era poco da rubare. E poi ci si conosceva tutti.

Le scale che siano interne o esterne, hanno un’angolazione tale che sposta il baricentro della persona che sale, verso la parete della costruzione. Questo era pensato per avere una maggior sicurezza nella salita, visto che molto spesso chi saliva in cima ci trovava a portar sulle spalle grossi sacchi (magari pieni di pomodori o fichi da essiccare al sole).


Una volta saliti in cima alla paiare, con sacchi o senza sacchi, non vi resta che ammirare la campagna salentina da un’altra prospettiva.

Vi lascio con queste due immagini, che rappresentano una la capacità delle piccole cose di adattarsi a condizioni estreme. ...

...e la seconda di come con un po’ di ingegno un grosso tronco d’albero possa diventare un simpatico pollaio

1 commento:

  1. bellismo... adoro il salento... spero di tronarci questa estate

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