mercoledì 5 febbraio 2014

L'idraulico

E’ domenica, una domenica di inizio febbraio. La pioggia scrosciante tiene fede alle immagini che la televisione manda di una Roma allagata. Pioggia ovunque, battente, incessante, senza sosta.

 Fab si accorge che il termosifone nella cucina a vista perde. E’ domenica, non può chiamare l’idraulico, deve aspettare il lunedì. Bussa al vicino di casa, per verificare se la nostra perdita è andata ad intaccare pure le sue pareti, ma per fortuna da lui nessuna traccia di umidità, a quanto pare il problema è solo nostro

Lunedì Fab chiama l’idraulico che ci fissa un  appuntamento per martedì pomeriggio, ieri.

L’uomo è di parola, alle sei, alla fine della sua giornata lavorativa è alla nostra porta per verificare il danno e anche una strategia di lavori da fare. A casa ci siamo tutti: io, Fab e il boss.

Il boss è un po’ nervoso. Da due giorni ha iniziato a sostituire la poppata di mezzogiorno con una pappina di brodo di verdure, omogeneizzato di coniglio e crema di riso, e se in quanto ad apprezzarne il gusto il boss non si fa problemi, gli resta forse un po’ difficile la digestione. La sera si trascina un nervosismo che lo accompagna fino alla notte.

L’idraulico è un tipo simpatico. Parla a raffica della sua passione per i bambini, dei suoi primi clienti, dei figli di tante cose, compreso della sfiga che abbiamo avuto che in meno di un anno ci si sono rotti due termosifoni. Preparo un caffè in questo turbinio di parole, mentre Fab  tiene in braccio un boss piagnucolante e capriccioso. Esce il caffè, chiedo quanto zucchero mettere, e posiziono vassoio, tazzine, e zuccheriera sul tavolo. Libero Fab dal boss, per lasciarlo sereno a prendersi il caffè, per me è troppo tardi, dopo un certo orario il caffè mi procura insonnia.

Il boss continua a frignare in braccio a me. Cerco di distrarlo mostrando le cose intorno a lui.

“Cos’è questo? Il libroooooo…. O mamma che bello il libro di Nicolò”

Mi guarda interdetto. Guarda me e poi l’oggetto. Non ride ma almeno ha smesso di frignare.

La strategia sembra esser quella giusta. Continuo a cercare oggetti intorno a me.

“E questo? Cos’è questo????…… O cavoli ma è la tazzina di papà…. E’ proprio bellissima questa tazzina”

Lui continua a stare in silenzio, e a guardare quello che gli ho appena mostrato.

“E questo????”

Apro gli occhi e vedo bene cosa sto cercando di indicargli. Lì realizzo.

Caxxo il tiralatte proprio in bella mostra sul tavolo, a nemmeno un palmo di distanza dal vassoio  dove l’idraulico sta candidamente sorseggiando il suo caffè.


Un pensiero fugace, e la realizzazione che sono arrivata veramente alla frutta.

7 commenti:

  1. beh almeno non ti ha chiesto un caffè macchiato! ;)

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  2. Non se ne sarà nemmeno accorto...

    Un bacio

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  3. hehehehh ma appunto, mica lo sanno cosa sono quelle cose li, gli uomini ;-)

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  4. Mi accodo agli altri: sta serena, non ci avrà fatto neanche caso! :)

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  5. Non preoccuparti, fino a quando non arrivi allo stordimento del tizio dello spot dell'Enantyum non ci sono problemi.

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  6. E' l'effetto che hanno i boss su di noi, però non sei ancora alla frutta.
    Garantito!
    Ho letto con molto piacere questo post, complimenti!
    A presto!

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  7. Ciao! sono claudia del blog Viaggi Verde Acido, grazie per avermi linkata sul tuo blog! Adesso sono passata al dominio http://viaggiverdeacido.com , volevo chiederti se potresti aggiornare il link... grazie!
    p.s. con questo post mi hai strappato un sorriso :-)

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