giovedì 25 settembre 2014

In metro

In metro una ragazzina piange. Io sono nello stesso vagone. In piedi perché quando ritorno dal lavoro mezza Roma torna dal lavoro. Mezza Roma prende la mia stessa metro, si infila nel mio stesso vagone e si immerge in un libro che potrebbe essere il mio.

La ragazza piange. Ha i capelli biondi, lunghi, che le scendono svogliati sulle spalle. Veste sportivo, come la maggior parte delle ragazze alla sua età. E’ in compagnia di un amico, un tipo lungo e allampanato, che sembra disegnato a  tratti di una matita di Andrea Pazienza.

-         - Mi ha detto che per lui non ero grande abbastanza… Mi ha lasciato perché diceva che sono ancora una bambina -

Lo dice sputando le parole, tra lacrime, rabbia e amore.

-         - Mi verrebbe voglia di comportarmi… come una di quelle… uscire per strada e prendere il primo che capita e…. -

Non trova il coraggio di finire la frase

-       -  Insomma hai capito… ma non lo faccio! -

Io alzo lo sguardo dal libro e la guardo. Mezza Roma, mezza metro, mezzo vagone la fissa. Ma lei è avvampata dalla rabbia e continua a sproloquiare tra angoscia e rancore, senza accorgersi che sta attirando l’attenzione di tutti.

Mi sento in imbarazzo, io, e ritorno sulle pagine del mio libro. Non riesco ad ogni modo a ritrovare la concentrazione per farmi rapire nuovamente dalla trama, e finisce che cincischio perdendomi nei vuoti tra le parole delle pagine e ascolto lo sfogo della ragazza

-        - Lascia stare. –avrei voluto dirle -  Lascia stare perché non ne vale la pena. Quelli così stanno bene dove stanno. Non ti crucciare. Il mondo è pieno di quella gente. Quelli così li troverai fra dieci anni casualmente su facebook e scoprirai che avranno la panza, una grossa stempiatura in testa, e una moglie scorfano al fianco. Quelli così poi passano da adulti i week end ai centri commerciali, perché la moglie scorfano ha anche un pessimo carattere, e un’insana passione per gli ambienti chiusi
 I belli e tenebrosi a vent’anni sono delle amebe a trenta. I figoni dell’adolescenza purtroppo non riescono a mantenere gli standard alti per tutto il resto della vita, e improvvisamente, senza manco rendersene conto, ti precipitano in un abisso di nullità e inettitudine.
Ci sono altri su cui puntare.
Il ragazzo medio, quello che non gli avresti dato due lire, quello timido, che è un carino moderato, simpatico, ma non troppo, quello che non si fila nessuno di pezza, perché è quotato poco, perché lui al centro dell’attenzione proprio non ci vuole stare… beh quello ti può fare il salto di qualità. Ha tutti i numeri giusti, lo devo solo scoprire. Quel ragazzo te lo ritrovi a trenta che è sbocciato. Si è iscritto in palestra, frequenta un’ottima facoltà, ha un bel giro d’amicizie con cui passa i week end in sella ad una moto. Quel ragazzo a trenta avrà il mondo ai suoi piedi. -

Avrei voluto chiudere il libro, mettere una mano sulla spalla di quella ragazza e dirle tante cose. Ma non ho detto nulla. Alla mia fermata sono scesa, ed ho lasciato lei andare incontro al proprio destino.
Ho parlato a me stessa, quella Bussola di tanti anni fa, che ha pianto sempre per la persona sbagliata, convinta invece che fosse il suo unico grande amore della vita.


Se avessi avuto una vita per ogni amore sbagliato perso a quest’ora sarei Infinito.

10 commenti:

  1. Quanti pianti da ragazzina. Per fortuna che crescendo si comprende che certe storie sono senza senso.

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    1. e' vero da piccole tutto ha in sè un alone di fatalità

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  2. Verissimo che i fighi d'un tempo hanno la panza e non hanno più i capelli!! Ah, che delusione... eh?
    Anche a me viene spesso da dispensare consigli alle cugine adolescenti, ma poi mi accorgo che è il loro momento di sperimentare quella parte di vita: passarci attraverso aiuta a crescere e a sapere che cosa cercare sul serio, credo!

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    1. che i fighi d'un tempo hanno la panza e non hanno più i capelli è una delle poche certezze della vita

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  3. E' giusto così che non le hai detto nulla, farà la sua strada e diventerà una donna forte capace di scegliere e soprattutto riconoscere, quel pianto in metro le servirà anche se ancora non se ne rende conto!

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  4. Quindi la metro romana, oltre a svolgere il compito per cui è stata costruita, consente, nonostante i pienoni da urlo, di guardare pensare soffrire piangere,... consentendo a persone sensibili di raccontare le sensazioni provate lungo un tragitto che si pensa vuoto e scocciante.
    Se tanto mi dà tanto, sarebbe da suggerire al signor sindaco de Roma un ritocco alle tariffe: fare poesia sulla metro è un di più non previsto nel misero costo attuale del biglietto.

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    1. sul ritocco della tariffa del biglietto però sorvolerei... perchè se sei un pendolare come me caro ti costerebbe

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  5. I viaggi.....ti aiutano sempre, qualunque sia la storia che ti si presenta sotto gli occhi. Ti stimolano riflessioni volente o nolente e tu hai fatto bene.a lascairla al suo destino I cambiamenti, le esperienze ci fortificano e sarà cosi ance per lei. a quanto è cresciuto il tuo bimbo? Ero da tanto che mancavo no solo dal tuo anche dal mio ;)

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