E’ domenica, una domenica di inizio febbraio. La pioggia
scrosciante tiene fede alle immagini che la televisione manda di una Roma
allagata. Pioggia ovunque, battente, incessante, senza sosta.
Fab si accorge che il
termosifone nella cucina a vista perde. E’ domenica, non può chiamare l’idraulico,
deve aspettare il lunedì. Bussa al vicino di casa, per verificare se la nostra
perdita è andata ad intaccare pure le sue pareti, ma per fortuna da lui nessuna
traccia di umidità, a quanto pare il problema è solo nostro
Lunedì Fab chiama l’idraulico che ci fissa un appuntamento per martedì pomeriggio, ieri.
L’uomo è di parola, alle sei, alla fine della sua giornata
lavorativa è alla nostra porta per verificare il danno e anche una strategia di
lavori da fare. A casa ci siamo tutti: io, Fab e il boss.
Il boss è un po’ nervoso. Da due giorni ha iniziato a
sostituire la poppata di mezzogiorno con una pappina di brodo di verdure, omogeneizzato
di coniglio e crema di riso, e se in quanto ad apprezzarne il gusto il boss non
si fa problemi, gli resta forse un po’ difficile la digestione. La sera si
trascina un nervosismo che lo accompagna fino alla notte.
L’idraulico è un tipo simpatico. Parla a raffica della sua
passione per i bambini, dei suoi primi clienti, dei figli di tante cose,
compreso della sfiga che abbiamo avuto che in meno di un anno ci si sono rotti
due termosifoni. Preparo un caffè in questo turbinio di parole, mentre Fab tiene in braccio un boss piagnucolante e
capriccioso. Esce il caffè, chiedo quanto zucchero mettere, e posiziono vassoio,
tazzine, e zuccheriera sul tavolo. Libero Fab dal boss, per lasciarlo sereno a
prendersi il caffè, per me è troppo tardi, dopo un certo orario il caffè mi
procura insonnia.
Il boss continua a frignare in braccio a me. Cerco di
distrarlo mostrando le cose intorno a lui.
“Cos’è questo? Il libroooooo…. O mamma che bello il libro di
Nicolò”
Mi guarda interdetto. Guarda me e poi l’oggetto. Non ride ma
almeno ha smesso di frignare.
La strategia sembra esser quella giusta. Continuo a cercare
oggetti intorno a me.
“E questo? Cos’è questo????…… O cavoli ma è la tazzina di
papà…. E’ proprio bellissima questa tazzina”
Lui continua a stare in silenzio, e a guardare quello che
gli ho appena mostrato.
“E questo????”
Apro gli occhi e vedo bene cosa sto cercando di indicargli.
Lì realizzo.
Caxxo il tiralatte proprio in bella mostra sul tavolo, a
nemmeno un palmo di distanza dal vassoio
dove l’idraulico sta candidamente sorseggiando il suo caffè.
Un pensiero fugace, e la realizzazione che sono arrivata
veramente alla frutta.
beh almeno non ti ha chiesto un caffè macchiato! ;)
RispondiEliminaNon se ne sarà nemmeno accorto...
RispondiEliminaUn bacio
hehehehh ma appunto, mica lo sanno cosa sono quelle cose li, gli uomini ;-)
RispondiEliminaMi accodo agli altri: sta serena, non ci avrà fatto neanche caso! :)
RispondiEliminaNon preoccuparti, fino a quando non arrivi allo stordimento del tizio dello spot dell'Enantyum non ci sono problemi.
RispondiEliminaE' l'effetto che hanno i boss su di noi, però non sei ancora alla frutta.
RispondiEliminaGarantito!
Ho letto con molto piacere questo post, complimenti!
A presto!
Ciao! sono claudia del blog Viaggi Verde Acido, grazie per avermi linkata sul tuo blog! Adesso sono passata al dominio http://viaggiverdeacido.com , volevo chiederti se potresti aggiornare il link... grazie!
RispondiEliminap.s. con questo post mi hai strappato un sorriso :-)