Scrivere è terapeutico. In genere mi fa sentire meglio.
Mi succedeva anche alle medie, quando ero un corpo in preda agli ormoni adolescenziali e piangevo un giorno si e l’altro anche, per gravi complicanze universali, come l’unghia incarnita o il colore troppo acceso dello smalto. Tanto per dare sfogo a questa alchimia di molecole che mi giravano nel sangue, scrivevo, scrivevo, scrivevo e scrivendo mi sentivo meglio. Scrivevo una sorta di temi, di cui io stessa mi davo i titoli, e poco ci mancava per cui non mi dessi anche il voto.
Conservo ancora adesso quei temi, raccolti in fogli protocolli, infilati gli uni dentro gli altri, buoni e giudiziosi. Se ne stanno nella loro scatola di latta in paziente attesa di esser rispolverati.
Son certi sofloni, che avrebbero fatto scendere il latte alle ginocchia pure a Kant, se avesse avuto il dispiacere di poterli leggere. Eppure io appena poggiavo la penna sul tavolo, a componimento concluso, mi sentivo come Dante quando pose fine all’ultimo verso del Paradiso. Mi sentivo in Paradiso appunto.
Cioè io non c’ero quando Dante finì la divina commedia, né ho conosciuto qualcuno che potesse raccontarmelo, ma me lo immagino gongolante e soddisfatto, si riesco ad immaginarlo. Che poi i critici letterari si son fatti tante pippe letterarie sul simbolismo dantesco, di cui nutro seri dubbi che rispecchiassero effettivamente le intenzioni di Dante e vedi te che io ora non posso immaginarmelo gongolante a opera conclusa?! Chi dice di no? Vi ricordo che sono a) gravida b) insonne c) incazzata e che pertanto non rispondo delle mie azioni.
Dopo aver scritto mi sentivo rinfrancata, avevo lasciato su carta tutta la mia malinconia, le mie problematiche esistenziali (quel ragazzo che ha abbassato lo sguardo mentre camminavo ha avuto un problema di un moscerino in un occhio o si è intimidito travolto dalla forte passione nei mie confronti?) , le mie angosce (il colore dello smalto del piede si intona alla nuance della borsetta), e libera da tutti questi interrogativi cosmici potevo tornare alle mie cose insane quotidiane, leggera come un fringuello.
Questi componimenti di letteratura sopraffina, per quanto generati da questioni di discutibile gravità, avevano la pretesa di affrontare grandi interrogativi sociali: la vita, l’amicizia, il senso della vita, il futuro. Se dico sofloni, mica esagero, son sofloni in tutto il loro splendore!
A rileggere quei temi ne uscirebbe un quadro di una persona del genere:
Individuo sesso femminile, caucasico, affetto da disturbi della personalità. Soggetto introverso poco incline alla socializzazione, segnato da cicatrici mai rigenerate dovute a gravi traumi giovanili non ancora metabolizzati. Predisposto al pianto e alla autocommiserazione necessita di urgente trattamento farmacologico.
In realtà, io ero tutto tranne questo. In quei momenti avevo però bisogno di scavare dentro di me, per fare uscire il peggio, per potermene in qualche modo liberare. Il peggio rimaneva quindi intrappolato su quelle pagine e io mi sentivo meglio, libera e leggera.
Non amo rileggere quindi quei testi, perché c’è il peggio di Bussola, la parte più fragile, più vulnerabile, che dice di esser forte, ma che nel momento in cui sente il bisogno di scriverlo è perché in realtà non si sente tale. In quei testi manca il meglio, la Bussola innamorata dei primi ragazzini, le amicizie che allora sembravano indissolubili e che poi con il tempo si perdono come neve al sole, le risate con sua sorella, le prime soddisfazioni sui banche di scuola, le corse in campagna con il fido cane e tanto altro.
Purtroppo quell’angolo di Bussola è tralasciato, perché gridiamo al mondo quando ci sentiamo piccoli e non quando ci sentiamo forti. Quando siam forti, lo siamo e basta, e lo diamo per scontato.
Purtroppo se sentiamo la necessità di aprire una finestra di casa e di gridare al mondo, forse vogliamo solo che il mondo si accorga di noi, perché siam piccoli. Se ci sentiamo forti, chi minchia se ne frega che il mondo non si accorge di noi? ma chi minchia è questo mondo poi?
(Si vede che con la gravidanza mi sto facendo una cura di Montalbano?)
Non so se questo post ha un senso, probabilmente riletto di giorno non ne ha alcuno, però i cantanti scrivono di notte, gli scrittori la notte compongono i libri, e vi pare che Bussola non ha diritto a battere due tasti sulla tastiera alle tre di notte.
Del resto Bussola come quando aveva dodici anni, in questo momento si sente piccola e vorrebbe gridare al mondo.
Ma chi minchia è questo mondo poi?
Notte inoltrata da te, ma ancora pomeriggio da me... ecco perché ti leggo e ti commento per prima!
RispondiEliminaMi viene da pensare che allora a scrivere in un blog ci si arrivi dopo essere passati attraverso un fiume lasciato su carta e penna, perché anche per me è stato così. Pensa che dall'ultimo viaggio in Italia mi sono portata dietro due di quei diari epici che raccontano "Vita, morte e miracoli di una giovane padovana alle prese con la sua esistenza". E che magoni a rileggere certe cose...
Eppure sai che nei libri di educazione per bambini e adolescenti, si dice proprio che fa bene scrivere, vedere e rivedere i propri pensieri elaborandoli attraverso la scrittura! Pare faccia parte di un processo di elaborazione molto utile nella crescita... Ed ecco perché tu (e io pure!) ti senti libera come un fringuello dopo! Si tratta di una forma di psicoanalisi!
Pensandoci bene anche una forma di psicoanalisi a bassi costi
EliminaHa un grande senso invece.
RispondiEliminaSpero che ora tu stia dormendo.
Ma perché sei incazzata, se posso chiedere ?
Purtroppo non ho dormito tutta la notte.... L'incazzatura unita all'insonnia da gravidanza hanno fatto un mix letale
EliminaVengo a spiegartelo nel tuo blog prossimamente..... Che come diceva uno dei puffi .... 'Che è meglio'
Sabato notte pure io stavo scrivendo oltre le 3, ma solo per segnalare all'Amministratore di condominio che quelli sotto di me stavano litigando come matti!!!
RispondiEliminaPerò è vero, da ragazzine scrivevamo delle cose incredibili e strappalacrime.
Un bacione e buona giornata!
Qui sono le 6 e 30 del mattino, regna la calma in questa casa ancora addormentata e ne approfitto per mandarti il buongiorno, anche se credo tu stia dormendo ora...
RispondiEliminaComunque grande verità...da "giovincelli" si scriveva molto.
Anch'io ho riempito pagine, quaderni, diari, post it e foglietti volanti di strazi e tormenti, con toni da poeta maledetto convinta che non esistesse altro che lo spleen.
Poi, finito il liceo tutto si è placato e ho iniziato a vivere in questo mondo.
Ho scritto molto meno, dopo.
Ma non si smette mai del tutto, ed è bene così.
Perché, detto in maniera molto spicciola, è bello e fa un gran bene!
Baci!
Ne sono convinta anche io..., del resto appartengo a quella generazione che sui diari del liceo scrivevano le frasi di jim morrison del tipo 'fermate il mondo voglio scendere'.... Frase pregna di significato e senso pratico
EliminaCapisco l'insonnia, ci ho passato nove mesi di gravidanza insieme e quando dormivo facevo di quei sogni!!! Però il post ha senso e tanto, tranquilla ed io lo sto leggendo di giorno.
RispondiEliminaOddio! Io non ho mai scritto da ragazzina. Che dici, sarà per questo che adesso sono tendenzialmente psicolabile?
RispondiEliminaOra. Io ti seguo da poco. Ma non è che ti è impazzito l'ormone visto che stai per partorire? Vedi che il 19 c'è la luna piena....
Tranquilla io scrivevo e sono psicolabile ugualmente.... Io finisco la dpp giorno 16 quella luna la vedo veramente papabile.... Già avevo controllato
Eliminaoddio...io non sai cosa scrivevo...mamma mia! Spettacolo la foto...e dai...che poi scriverai della tua nuova avventura...hihihi...io continuo a postare la tua puglia, che mi frega di settembre!!!
RispondiEliminaCara Bussola come ti capisco! In adolescenza anch'io sono stata una ragazza "troppo piccola" per questo mondo... Una mia amica, oco tempo fa, mi disse: "Eri la più pura e sincera!"... Mi viene da pensare che invece io fossi solo la più ingenua e di ingenue come me il mondo se ne fa beffa... Hai ragione a dire che si grida al mondo solo quando ci si sente piccoli, mai quando si è forti;-) Un abbraccio Nina
RispondiEliminaE già è molto difficile capire dove finisce il candore e dove inizia l'ingenuità così ingombrante a questo mondo.... A volte vorrei esser più forte ma altre volte quando mi sento un po' meno piccola penso che infondo la sensibilità aiuta a vedere alcune sfumature della vita a chi guarda il mondo frettolosamente.... E questo e' un dono
EliminaBellissimo post. Lo scrivere è sicuramente terapeutico, perché ci permette comunque di esternare e non tenerci le cose dentro di noi. E fa niente se poi restano lì e non li leggerai più, basta che tu lo abbia fatto. Anche alle 3 di notte.
RispondiEliminaFabio
Di notte si riesce a pensare meglio, è vero che quando si è forti si dice "chissene del mondo", il problema è quando ci si sente piccoli.......
RispondiEliminaperò speriamo che tu dorma prossimamente.....
tesoro bello io ti scrivo di pomeriggio mentre il pupo dorme.
RispondiEliminameglio che trovi qualche rimedio per dormire, almeno questi ultimi giorni che ti puoi godere sonni tranquilliii..che poi partono sirene ogni ora, spero per te di no...per me lo e' stato >_<
un bacione ti seguo sempre, forzaaa
Ho provato con la camomilla, la lettura, lo svuotamento cervello da ogni pensiero ma non è servito a nulla.... Aspetto un'altra oretta e poi provo con le bottigliate in testa
EliminaEravamo insonni insieme...Anche se io non sono gravida, un po' incazzata sì!
RispondiEliminaAnche per me scrivere è terapeutico, potrei scrivere un libro in questi giorni!
Volevo tanto farti "in bocca al lupo" per la tua gravidanza! Un abbraccio forte!
Lo potremmo scrivere a quattro mani allora.... Grazie per l'In bocca al lupo
EliminaAhahah mi hai fatto morire...:-) anche io adoro Montalbano...baci a te e pancia:-)
RispondiEliminaCiaoooooo eccomi di ritorno :) le piante le hai innaffiate per benino che ho deciso subito di aggiungermi ai tuoi followers. :) Il tuo post, questo meraviglioso post ovvio che ha un senso. Durante la notte, nel silenzio che ci ascolta escono fuori, prepotenti le nostre fragilità. Anche io amo scrivere per capirmi meglio, è terapeutico. Mi sento meglio dopo a parte alcuni momenti in cui ho proprio necessità di gridare ma.....desisto per non veder mobilitata la neuro!! Bellissima pancia
RispondiEliminaCiaoooooo eccomi di ritorno :) le piante le hai innaffiate per benino che ho deciso subito di aggiungermi ai tuoi followers. :) Il tuo post, questo meraviglioso post ovvio che ha un senso. Durante la notte, nel silenzio che ci ascolta escono fuori, prepotenti le nostre fragilità. Anche io amo scrivere per capirmi meglio, è terapeutico. Mi sento meglio dopo a parte alcuni momenti in cui ho proprio necessità di gridare ma.....desisto per non veder mobilitata la neuro!! Bellissima pancia
RispondiEliminasu su coraggio che tra poco ci sarà ben altro da fare, di notte e magari pure di giorno... minchia!
RispondiEliminaNon mi ci far pensare.... Mancano solo 10 giorni.... Anche se qui tutto tace e penso quindi arriveremo ai tempi supplementari
EliminaIo tengo un diario iniziato anni fa e provo le stesse cose, a volte rido rileggendo le prime pagine, per l'ingenuità che esprimono, oppure mi chiedo "ma chi era sta depressa?!". Roba che mi prenderei a schiaffi da sola! Scrivendo tiriamo fuori solo il peggio, ma è giusto così. La felicità va vissuta sul momento e assaporata, è talmente rara che non si può sempre perdere tempo a scriverne, o a rifletterne.
RispondiEliminaQualcuno una volta disse che c'è più sincerità nel dolore, che nella gioia.
Anch'io non ho mai scritto da ragazza, ma sono ritardataria cronica..ho i miei tempi! E in questi giorni faccio fatica a dormire e forse sarebbe meglio mi mettessi a scrivere anch'io invece di girare come un girarrosto nel letto. Non sono gravida ma ho due figli adolescenti (e scusa se è poco) e sono pure un po' incazzata. Insomma, auguri per la gravidanza agli sgoccioli e se vai ai supplementari, stira che aiuta!
RispondiEliminaP.S. volevo dire altre cose ma mi è uscito così 'sto commento.
In che senso stira che aiuta?! Devo stirare le robe ?
EliminaHaha. No, è la posizione, lo stare in piedi che aiuta. Ho avuto i miei figli dieci giorni dopo la data presunta. Il primo parto è stato provocato, il secondo l'ho anticipato di un giorno stirando! Che già che sei in piedi...(mi tornasse ogni tanto la sindrome da nido, no eh)
Eliminal'hai anticipato di un giorno pervhé era il secondo non perché hai stirato :)
EliminaMa sì, sai come sono i detti popolari..comunque, per la precisione, il secondo è nato nove giorni dopo la data presunta, il giorno dopo dovevo entrare per partorire. Ho i miei tempi, però una volta partite le doglie, ho partorito 50 minuti dopo l'arrivo in ospedale!
EliminaE' un post bellissimo e la piccola (mi riferisco all'età) Bussola che ne esce fuori a me sembra sensibile e profonda, come la donna che sei del resto!
RispondiEliminaPer quanto riguarda Dante e il suo simbolismo, ma per tutti gli scrittori in genere, la penso come te.
SMACK a te e Nicolò
Oh, si che hai il diritto! tanto io ti leggo ad un'ora più decente, quindi non disturbi nessuno :)
RispondiEliminaQuelle lunghe notti insonni con la pancia pesante e la schiena dolente... io non scrivevo, forse leggevo, forse piangiucchiavo un po' qui e un po' lì, non me lo ricordo più! ma a 13 anni si, anche io scrivevo tanto! e in effetti a rileggerli un po' ti fa sorridere, ma dopo un po' sono certi pipponi adolescenziali che te li raccomando!
La pancia diventa un macigno la notte e in aggiunta non posso dormire di lato come ho sempre fatto per trent'anni perché a Nicolò non piace
Eliminaciao, ho letto il tuo commento ed eccomi qui :-)) certo che posso realizzarne una versione maschile, volentieri!
RispondiEliminascrivimi all'indirizzo chiara@mycountrynest.org
E..viva Montalbano ;-)
Chiara
grazie alla tua insonnia che ci regala letture come questa...
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