Le pasquette da bambina odoravano di erba bagnata, di
arrampicate sugli alberi di fico, di fave verdi sgranate al sole, di
rincorse con i cugini tra gli alberi di ulivo, di formaggio fresco e
frammenti di gusci d’uovo sodo che si infilavano tra le pieghe dei vestiti, di
lentiggini spuntate sul viso roseo leggermente accaldato, di pane appena
sfornato. Le pasquette di un tempo odoravano di terra, di campagna, di ricordi
ancestrali. La nonna, gli zii, i cugini.
Qualora mi ritrovassi negli stessi luoghi, con le stesse
persone, le pasquette oggi avrebbero comunque una fragranza diversa. Siamo
tutti cambiati, plasmati dall’incedere del tempo. Alcune persone sono venute
meno, altre hanno bussato alla porta del mondo.
La pasquetta di quest’anno è stata lontana da quei miei
luoghi natii, è stata ad ogni modo un’immersione nella natura. La salute di
Nicolò fino all’ultimo ci ha fatto tentennare sulla possibilità di poter far
qualcosa all’aperto, poi alla fine complice una bella giornata di sole,
all’ultimo minuto ci siamo lanciati in un’improvvisata gita fuori porta al lago
di Bolsena.
Data la mancanza di organizzazione siamo partiti tardi e
ripartiti presto per paura che la frescura della sera potesse peggiorare la
bronchite del bambino; il tempo, quindi, in cui abbiamo potuto godere della
salubrità del luogo è stato veramente tiranno, ma ad ogni modo sufficiente per
staccare la spina.
La giornata è stata splendida, una gita al lago la meritava
proprio.
Diverse famiglie come noi nelle prime ore del pomeriggio si
erano riversate lungo le spiagge, per qualche scampagnata protratta, per far
giocare i bambini o semplicemente per poter approfittare dei primi raggi di
sole della stagione.
Tra teli stesi sulla sabbia, palloni e zainetti,
abbiamo trovato anche noi un angolo di mondo dove poter mettere su un nostro
piccolo accampamento di fortuna.
.
Da quell'angolo di lago, una volta appagate l'esigenze di stomaco del bambino (perchè altrimenti vien su Nettuno), e liberata la macchina fotografica per qualche scatto fugace ci siamo fermati un pò a godere la calma placida del lago.
Così come mi ha emozionato la prima volta che portai Nicolò
al mare, allo stesso modo, questa gita al lago è stata particolarmente
coinvolgente. Se potessi augurare qualcosa a mio figlio, di sicuro l’essere
viaggiatore del mondo è alla cima delle cose da fare nella vita. Ammirare il
tramonto sul mare, il sorgere del sole da una montagna, lo scorrere di un
fiume, i pesci guizzare in uno stagno, gli uccelli gorgheggiare su di un ramo di
un albero, sono quelle cose belle e gratuite che la vita ci offre e a cui
bisogna sempre esser grati.
Nicolò con le sue mani cicciotte, una volta seduto sulla
spiaggia, ha iniziato ad afferrare la sabbia e dopo aver appurato, in un
momento di nostra distrazione, che questa non fosse commestibile, ha ripiegato su
un più innocuo gioco di trasporto dei granelli di sabbia su scarpe e gambine.
E anche questo semplice gesto mi ha fatto capire quanto il mio
ometto cresca di giorno in giorno, a volte troppo rapidamente sotto i miei
occhi.
Quella di quest'anno è stata una pasquetta diversa, forse un po’ troppo corta, forse un po’
troppo fugace. Un tempo senza il bimbo armati di macchine fotografiche avremmo
girato per il paese ad assaporare i
luoghi, a godere dei piccoli particolari, degli angoli nascosti. Un tempo probabilmente
non ci saremmo seduti sulla spiaggia ma avremmo camminato fino a quando le gambe avrebbero retto la stanchezza.
Ma nel nostro presente ci sono meraviglie che viaggiano con
noi, e questo forse ci appaga, ci fa smettere di essere alla continua ricerca di qualcosa.
Abbiamo sempre curiosità di scoprire nuovi cantucci
nel mondo, ma abbiamo deciso per forza di cose di prenderci una piccola pausa
per avere il giusto tempo per apprezzare il nostro presente.
E anche se prima di avere un figlio ci eravamo ripromessi,
che una volta in tre non saremmo stati quei genitori che passano tutti i week
end al centro commerciale, è
inutile negarlo la vita un bambino po’ te la cambia.
bellissimi!!!
RispondiEliminaio ho iniziato a viaggiare tardi. da bambina si andava sempre dai nonni, montagna, lago e nulla più.
RispondiEliminaho iniziato a viaggiare al liceo, vacanze studio, scambi interculturali con altre scuole europee, e da allora mi sono ripromessa che non avrei mai più smesso.
e che i miei figli avrebbero viaggiato, sempre.
sprizzate freschezza e serenità, voi tre! ;)
siete meravigliosi in questi scatti!
RispondiEliminaBelli belli belli!!! Kiki
RispondiEliminaAvete avuto una bella idea. Belle foto.
RispondiEliminaUn abbraccio
grazie a tutte :*
RispondiEliminaA volte un bambino ti impedisce di viaggiare come vorresti, altre ti spinge ad uscire anche quando piove ;)
RispondiEliminaBelle foto.
Arrivo qui da MammaArtigiana che ci linkate entrambe in un post... Che tenerini i weekend semplici in 3! Bravi. E il lago di Bolsena è casa di una mia cara amica, prima o poi devo proprio visitarlo.
RispondiEliminaciao