giovedì 15 marzo 2012

The little dreams - La chiave di Lante

Modello: Francesco 12 mesi









Lante ha gli occhi del colore dei noccioli di pesca d’estate e un ciuffo birichino che appena si distrae scappa giù per accarezzargli la fronte con la stessa tenerezza che ha la mano di sua madre quando ogni sera piano gli rimbocca  le coperte lasciando dietro di sé il profumo di latte di mandorla e menta.

A Lante piace la notte, per quel cielo stellato che illumina le piccole strade di campagna come se fossero bucce d’arancia candita sparse alla rinfusa per dare conforto e baci dolci ai solitari viandanti.

Una notte di Ottobre, una di quelle notti in cui il cielo comincia a fare il broncio e non la smette di far capricci, piangendo a più non posso, Lante venne svegliato da un tintinnio metallico che proveniva dalla soffitta.

 Così piano accese la candela che aveva riposto sul comodino  e salì cauto le scale.

 Dormivano tutti, persino il vecchio cane Birillo . Arrivato in cima accostò l’orecchio alla porta per carpire di cosa si trattasse e lo fece aderire bene, come gli aveva insegnato Nanni il garzone che era solito dire che con le orecchie bisogna ascoltare che a sentire tutti erano capaci.

Aprì la porta e cercò di farsi largo con il piccolo moccio di candela lungo la stanza.

Non ci era mai salito su in soffitta: la luna illuminava vecchi libri e scatole e bauli sistemati uno sull’altro.  “C’è qualcuno?!” Ma niente, nessuno gli rispose.

Lante era un bambino coraggioso e si avvicinò senza timore alla finestra pensando che  era davvero avventuroso essere svegliati da un campanello, salire le scale e ritrovarsi in una stanza che pareva un palazzo grande. Chiuse gli occhi e assaporò ogni nota profumata che si distingueva nella stanza: i fiori di  lavanda con il loro profumo dai mazzetti appesi e la fragranza del velluto bagnato della cappa rossa col cappuccio, poi la nota legnosa di virgulti di olivi intrecciati e il buon odore della paglia che abbraccia e nasconde piccoli pomelli di mandaranci profumati. 

Lante prese un libro dalla pila alta e impolverata, sistemò la candela sul parapetto dopo aver aperto le grandi imposte della finestra  e avvicinò il vecchio cesto di legno intrecciato con dentro un cuscino morbido di tela rossa  e ci si sedette dentro. Aprì il libro e assaggiò il profumo che le pagine emanavano,  sapeva di terra battuta e di mare, di suole di scarpe consumate e avventure stregate.

La luna veniva illuminata dai lampi in lontananza e lo aiutava a veder meglio: si accorse così sin dalla prima pagina che quello non  era un libro come gli altri, no quello era il diario di Adelmo Gianfiore suo nonno. Se lo strinse forte a sé il piccolo Lante e cominciò a leggere racconto su racconto per tessere la notte di sogni ed avventure seguendo quella grafia alta e aggraziata che solo le mani del nonno avrebbero potuto dipingere sulle pagine bianche dimenticate.

Seguì le sue avventure su spiagge lontane e navi abbandonate alla ricerca di tesori nascosti e risposte a domande che un uomo solo crescendo si pone. Lo lesse d’un fiato Lante, lo lesse come si legge un messaggio aspettato da tempo e arrivato per caso.

Si sorprese vedendo legata nell’ultima pagina sul dorso interno della copertina  una piccola chiave di ottone che portava il suo nome scritto a penna su un lembo del nastro che la fermava. Era  minuscola  con graziosi ghirigori che incorniciavano  l’anello superiore.

Non aveva senso legare una chiave  al suo interno se il diario era aperto.

Tolse il nodo e cadendo si accorse che nascondeva una piccola incisione lineare a modo di tasca. Tastò con la mano il foglio sottile e si accorse del biglietto interno, lo cacciò fuori attento a non rovinarne la carta. Lo aprì e lesse il messaggio che Adelmo Gianfiore gli aveva conservato.
“La chiave Lante è magica, tutte le chiavi sono magiche, ma questa in particolare. Il nastro l’ha fermata perché sono solite andare di qua e di là come cavallette. Con questa chiave custodirai  le risposte che io ho trovato e aggiungerai alle mie poche le tue e la passerai ai tuoi figli e loro faranno lo stesso e per ogni risposta si accenderà una stella”.


10 commenti:

  1. Francesco è un po' imbronciato. Bel post.

    Bacio

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  2. sarà un tipi riflessivo, ne da già segni palesissimi! :) Un bacio bussola

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  3. Vado matta per le collaborazioni.
    Bravi tutti e tre.
    Ma il migliore è Francesco: fascinosissimo! :)

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  4. grazie a tutte... si durante le foto è stato adorabile..... da riempirlo di bacetti

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  5. Ciao! Grazie per la vostra visita e spero di risolvere il problema, anche se nn ho la più pallida idea di come fare! Bello il vs blog e le vs foto, vi metto fra i miei preferiti!
    Buon w.e.
    Cinzia

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  6. ciao, il post mi piace molto ma le foto del principino così serio sono fenomenali.
    ti lascio la mia mail vaniamarinello@libero.it se mi mandi il tuo indirizzo ti invio un pensierino per Pasqua.
    a presto

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  7. Toc toc, passa da me c'è qualcosa per te!Dolcissimo e foto meravigliose!

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  8. Che fiaba carina!i è quell'angioletto nella cesta?

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  9. Raggazi che bello! la storia è davvero magica, e il cipiglio serioso di questo unenne è strepitoso!
    Bravi tutti e quattro!

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