Testo: Mame cara
Modello: Francesco 12 mesi
Lante ha gli occhi del colore dei noccioli di pesca d’estate e un
ciuffo birichino che appena si distrae scappa giù per accarezzargli la fronte
con la stessa tenerezza che ha la mano di sua madre quando ogni sera piano gli
rimbocca le coperte lasciando dietro di
sé il profumo di latte di mandorla e menta.
A Lante piace la notte, per quel cielo stellato che illumina le
piccole strade di campagna come se fossero bucce d’arancia candita sparse alla
rinfusa per dare conforto e baci dolci ai solitari viandanti.
Una notte di Ottobre, una di quelle notti in cui il cielo comincia a
fare il broncio e non la smette di far capricci, piangendo a più non posso,
Lante venne svegliato da un tintinnio metallico che proveniva dalla soffitta.
Così piano accese la candela che
aveva riposto sul comodino e salì cauto
le scale.
Dormivano tutti, persino il
vecchio cane Birillo . Arrivato in cima accostò l’orecchio alla porta per
carpire di cosa si trattasse e lo fece aderire bene, come gli aveva insegnato
Nanni il garzone che era solito dire che con le orecchie bisogna ascoltare che
a sentire tutti erano capaci.
Aprì la porta e cercò di farsi largo con il piccolo moccio di candela
lungo la stanza.
Non ci era mai salito su in soffitta: la luna illuminava vecchi libri
e scatole e bauli sistemati uno sull’altro.
“C’è qualcuno?!” Ma niente, nessuno gli rispose.
Lante era un bambino coraggioso e si avvicinò senza timore alla
finestra pensando che era davvero
avventuroso essere svegliati da un campanello, salire le scale e ritrovarsi in
una stanza che pareva un palazzo grande. Chiuse gli occhi e assaporò ogni nota
profumata che si distingueva nella stanza: i fiori di lavanda con il loro profumo dai mazzetti
appesi e la fragranza del velluto bagnato della cappa rossa col cappuccio, poi
la nota legnosa di virgulti di olivi intrecciati e il buon odore della paglia
che abbraccia e nasconde piccoli pomelli di mandaranci profumati.
Lante prese un libro dalla pila alta e impolverata, sistemò la candela
sul parapetto dopo aver aperto le grandi imposte della finestra e avvicinò il vecchio cesto di legno
intrecciato con dentro un cuscino morbido di tela rossa e ci si sedette dentro. Aprì il libro e
assaggiò il profumo che le pagine emanavano,
sapeva di terra battuta e di mare, di suole di scarpe consumate e
avventure stregate.
La luna veniva illuminata dai lampi in lontananza e lo aiutava a veder
meglio: si accorse così sin dalla prima pagina che quello non era un libro come gli altri, no quello era il
diario di Adelmo Gianfiore suo nonno. Se lo strinse forte a sé il piccolo Lante
e cominciò a leggere racconto su racconto per tessere la notte di sogni ed
avventure seguendo quella grafia alta e aggraziata che solo le mani del nonno
avrebbero potuto dipingere sulle pagine bianche dimenticate.
Seguì le sue avventure su spiagge lontane e navi abbandonate alla
ricerca di tesori nascosti e risposte a domande che un uomo solo crescendo si
pone. Lo lesse d’un fiato Lante, lo lesse come si legge un messaggio aspettato
da tempo e arrivato per caso.
Si sorprese vedendo legata nell’ultima pagina sul dorso interno della
copertina una piccola chiave di ottone
che portava il suo nome scritto a penna su un lembo del nastro che la fermava.
Era minuscola con graziosi ghirigori che
incorniciavano l’anello superiore.
Non aveva senso legare una chiave
al suo interno se il diario era aperto.
Tolse il nodo e cadendo si accorse che nascondeva una piccola
incisione lineare a modo di tasca. Tastò con la mano il foglio sottile e si
accorse del biglietto interno, lo cacciò fuori attento a non rovinarne la
carta. Lo aprì e lesse il messaggio che Adelmo Gianfiore gli aveva conservato.
“La chiave Lante è magica, tutte le chiavi sono magiche, ma questa in
particolare. Il nastro l’ha fermata perché sono solite andare di qua e di là
come cavallette. Con questa chiave custodirai
le risposte che io ho trovato e aggiungerai alle mie poche le tue e la
passerai ai tuoi figli e loro faranno lo stesso e per ogni risposta si accenderà
una stella”.
Francesco è un po' imbronciato. Bel post.
RispondiEliminaBacio
sarà un tipi riflessivo, ne da già segni palesissimi! :) Un bacio bussola
RispondiEliminatipo... ovviamente :)
RispondiEliminaVado matta per le collaborazioni.
RispondiEliminaBravi tutti e tre.
Ma il migliore è Francesco: fascinosissimo! :)
grazie a tutte... si durante le foto è stato adorabile..... da riempirlo di bacetti
RispondiEliminaCiao! Grazie per la vostra visita e spero di risolvere il problema, anche se nn ho la più pallida idea di come fare! Bello il vs blog e le vs foto, vi metto fra i miei preferiti!
RispondiEliminaBuon w.e.
Cinzia
ciao, il post mi piace molto ma le foto del principino così serio sono fenomenali.
RispondiEliminati lascio la mia mail vaniamarinello@libero.it se mi mandi il tuo indirizzo ti invio un pensierino per Pasqua.
a presto
Toc toc, passa da me c'è qualcosa per te!Dolcissimo e foto meravigliose!
RispondiEliminaChe fiaba carina!i è quell'angioletto nella cesta?
RispondiEliminaRaggazi che bello! la storia è davvero magica, e il cipiglio serioso di questo unenne è strepitoso!
RispondiEliminaBravi tutti e quattro!