domenica 30 dicembre 2012

Come 25 anni fa


Come venticinque anni fa sono stata ammalata in questa casa

Come allora ho rantolato girandomi e rigirandomi nel letto,

ho visto mostri nel silenzio di queste pareti alte

Sono venuti a trovarmi in una processione mesta e silenziosa ad uno ad uno i miei familiari

Come allora il bagno vicino alla mia stanza è stato conforto della mia anima,

Mi sono rifiutata di fare la puntura,

ma come allora alla fine ho ceduto la mia pregiata chiappa alla mano esperta di mia madre,

Ho stretto i denti mentre il liquido entrava,

ma tutto sommato me la sono cavata con onore.

Tutto come venticinque anni fa,

tranne il fatto che la malata in questione non ha ricevuto alcun regalo di consolazione.

Il brutto di diventar grandi!

venerdì 28 dicembre 2012

Non a tutto c'è una spiegazione

Bussola scrive dalla terra baciata dal sole, nella famiglia baciata dall’influenza.

Suo padre oramai da un paio di giorni ha preso residenza nel letto,

al prossimo scatta la tassa per l’IMU per tale occupazione,

Sua madre, col viso da fantasma, è accasciata come uno straccio davanti al caminetto

dice che sta bene, due minuti e si rimette in piedi, ma poi si gira dall’altra parte e sonnecchia.

Sua sorella, resiste ancora, ma la voce si sta trasformando lentamente e pericolosamente,

in quella di un soggetto non appartenente a questa galassia.

Bussola e Fab mai avrebbero immaginato di doversi trovare a schivare tosse, starnuti e fazzoletti

in questa terra così assolata.

Bussola può però scommettere

che questa sera data la presenza di un importante convegno sul Salento

in cui suo padre e sua sorella ricopriranno il ruolo di relatori,

l’intera famiglia scatterà come soldatini sull’attenti e partirà alla conquista di nuovi territori.

Ci sono miracoli difficilmente spiegabili dalla medicina

mercoledì 19 dicembre 2012

Un sorriso per un angelo


Carola era una donna, un’amica, una mamma normale prima che la sua vita si intersecasse con quella della suora dell’asilo di sua figlia.

Da quando quella donna alta un metro e un palmo, ha preso sotto l’ala protettrice sua figlia, la vita di Carola è cambiata. La minuta donnina, ha preso possesso della vita di lei e di sua figlia.

Quando dopo i primi tre giorni d’asilo durante una cena come tante sua figlia ha bloccato tutto, ha richiamato l’attenzione dei presenti ed ha detto “non si può mangiare senza iniziare le preghiere, Ave Maria, piena di grazie Amen. Ora possiamo mangiare” Carola ha capito, forse per la prima volta, che la sua vita stesse prendendo una piega strana.

Ora Carola scrive circolari che trasudano misticismo, si arrabatta a comprare CD di musiche Natalizie, apre paonazza di imbarazzo la recita dei bambini con una lettera sui buoni sentimenti, annaspa in mezzo al traffico per arrivare puntuale all’ incontro scuola-famiglia.

Perché Carola a quella minuta donnina proprio non è capace a dire no, perché la donna è grande, perché 'come si può dire di no ad un’ancella del Signore’, perché ‘in fondo lo fa per rendere partecipi i genitori’, perché proprio non ce la fa.

L’ecclesiastica forte dell’affinità per un’origine comune partenopea e del buon temperamento della sua interlocutrice, ha eletto Carola a sua segretaria personale, sua factotum.

Ora Carola è arrivata allo sfinimento..... o alla beatificazione.

Qualche giorno fa mi ha mandato un messaggio, con scritto

“Bussola, dunque, la suora mi ha dato un vestito da angelo per la recita di Natale, da modificare secondo il mio gusto. Se te lo porto me lo modificheresti secondo il TUO gusto?
Ho provato il vestito a S., piange disperata che non le  piace.”

....E se ad un’ancella del Signore non si può dire di no, figuriamoci se si può lasciar piangere un angelo.
E così con un po’ di fantasia e qualche cineseria…. A voi il cambiamento

Un angelo così bello non meritava di piangere

martedì 18 dicembre 2012

Martedì


Bussola oggi è uscita da casa ed ha riflettuto che oggi è martedì.

Martedì è un giorno bello. 

Di martedì c'è il mercato sulla strada che lei percorre per prendere il trenino per andare a lavoro.Se non ha molta fretta si sollazza tra le bancarelle del mercato, e si inebria di luci, colori e odori.

Martedì è la vigilia di mercoledì, giorno in cui trasmettono Chi l'ha visto, e giorno in cui chatta con le sue migliori amiche per commentare la trasmissione in diretta, soprattutto se è un puntantone, uno di quei puntatoni ricchi di colpi di scena e di gente deviata.

Martedì non è bello come il giovedì in cui con i colleghi va a fare pausa pranzo nella pizzeria napoletana nei pressi dell'Ufficio, ma non è nemmeno così brutto come il lunedì che piuttosto che alzarsi dal letto per andare al lavoro si defenestrebbe da sola in pigiama.

Martedì alla fine è un giorno lavorativamente parlando accettabile.

Le resta solo un mercoledì, un giovedì, un venerdì e una manciata di ore di un lunedì e poi è in FERIE.

Bussola se lo vuole, se ci crede veramente tanto, se si impegna fino in fondo "Je la può fare"

giovedì 13 dicembre 2012

Riemerse dalle proprie ceneri

Può succedere che un albero di Natale venga meno , e il giorno dell’Immacolata vada a farsi un po’ a benedire.

Ma con un po’ di pazienza, e tanta perseveranza è possibile ridare nuova vita alle cose.

Ed eccolo qua, il nostro albero di Natale riemerso dalle proprie ceneri!!!!!

Bello come il sole, fiero come un lord.

Se l’albero di Natale del 2011 era arancioso, quello del 2012 è biscottoso.

Chiunque entri a casa, può allungare una mano e mangiarsi una decorazione, perché lo spirito del Natale è prima di tutto condivisione.

Vi offro così simbolicamente anche a voi un biscotto del nostro albero, che vi sia di un buon auspicio per un 2013 ricco di belle cose.

Perché non so voi, ma noi di questa crisi economica ci siamo un pò rotti le palle i biscotti





mercoledì 12 dicembre 2012

Gli avevano detto corri


Gli avevano detto corri, e lui aveva preso quel suggerimento alla lettera.
Non aveva avuto dubbi sul momento giusto di iniziare la corsa. Appena aveva sentito il fischio, era partito.
Aveva corso come se fosse l'ultima cosa che lui dovesse fare nella sua vita, perchè questo era quello che dalla sua nascita gli era stato inculcato.
Correre era la sua unica possibilità di salvezza.
Aveva un paio di scarpe nuove, le aveva comprate suo padre appositamente per quella gara; delle scarpe così belle non ce le aveva nessuno.
Era spaventato dagli altri, dai suoi compagni: erano in tanti, tutti coetanei, tutti con tanta voglia di arrivare, ma quella era la sua gara, e gli altri non dovevano farcela.
Se avesse continuato a pensare agli altri, non sarebbe mai arrivato. Le loro voci gli facevano salire l'ansia, gli facevano tremare le gambe, perdere la fiducia in se stesso.
Doveva estraniarsi, doveva pensare solo a se, degli altri non doveva averne cura.
Ogni gara si combatte prima di tutto con e contro se stesso, gli altri sono un’altra storia.
A poco a poco riuscì quindi a perdere  la percezione delle voci e dei suoi compagni. Era finalmente solo in quella sua disperata corsa.
Iniziò così ad avere  percezione del tunnel in cui si era andato d incanalare. Era buio e sotto ai suoi piedi una fitta melma rallentava la sua corsa.
Nessuno gli aveva mai detto che sarebbe stato così difficile, che il terreno sarebbe stato così ostile. 
La corsa per lui era sempre stato tutto, ma in quel dannato momento iniziò a rimpiangere di essersi imbarcato in un simile affare.
E se non ce l’avesse fatta? Cosa avrebbero detto di lui i suoi amici?
Nel cervello iniziarono a rimbombargli le voci dei suoi compagni, che sghignazzando si facevano beffa di lui e di quel suo temperamento così testardo che non lo avrebbe portato da nessuna parte.
Cacciò nuovamente dal cervello quei pensieri pesanti.
Doveva correre solo per correre.
Sua madre sarebbe stata fiera di lui se lo avesse visto correre, in quel modo così spavaldo. Pensò questo, per darsi coraggio.
Il tunnel man mano che andava avanti diventava sempre più buio.
Inizialmente aveva seguito la luce per orientarsi, ma oramai andando avanti con la corsa anche quella era cessata.
L’ambiente era diventato buio, umido e soffocante. L’assenza di luce rendeva greve l’aria. Ad ogni modo non poteva fermarsi.
Continuò a correre al buio, orientandosi alla ben e meglio, saggiando   a tentoni le pareti del tunnel. Se seguiva la parete poteva ancora farcela.
A volte cadeva, ma si rialzava.
Stava correndo ancora quando andò a prendere un muro in piena faccia. Quel muro gli schioccò in faccia come un sonoro ceffone. Capitombolò indietro rimbalzato dall’urto come una palla da tennis impazzita.
Quel muro proprio non era previsto.
Si era perso, ne era certo. Il buio lo aveva ingannato.
Quel muro non doveva esserci.
Si toccò la guancia indolenzita.
Non sapeva se li bruciava più la ferita dell’urto con il muro in piena faccia o quella dentro di aver toppato quella gara così importante.
Sua madre non sarebbe mai stata orgogliosa di lui. Suo padre aveva buttato al vento i suoi soldi per comprare quel paio di scarpe nuove.
Gli salì un magone da una zona ancestrale della sua anima.
Sapeva di esser stato vicinissimo al traguardo. Per poco, aveva soffiato la giusta uscita per poco.
Se non fosse stato per quel maledetto buio, sarebbe arrivato per primo.
Lui era più veloce di tutti, lui aveva le carte giuste per vincere quella gara.
Eppure la storia era andata in un modo diverso. Era stata scritta con un altro finale.
Quel traguardo era stato tagliato probabilmente da qualcun altro, perché lui lo aveva lisciato.
La madre di qualcun altro in quel medesimo momento avrebbe avuto gli occhi pieni di commozione.
Ebbe un impeto di rabbia e tirò un calcio su quella parete infame.
Al diavolo la corsa, al diavolo tutto!
Era bastato così poco per mandare a puttane tutto.
Al calcio seguì un rumore sordo, dissonante, come arrivato con qualche frazione di ritardo rispetto al momento di collisione
Un piccolo spessore della parete si incrinò, e fece percepire un bordo non completamente adeso.
Da quello spiraglio una luce filtrava nella melma del pavimento.
Ritrovò il coraggio. Forse poteva ancora farcela.
Si sdraiò come fosse un serpente, e si fece spazio in quella crepa.
Dopo pochi minuti sparì dietro quella parete, con un ultimo battito di coda.

Questa è la storia di uno spermatozoo, che riuscì a fecondare un ovulo nonostante la spirale. Gli avevano detto corri, e lui aveva corso.
Oggi quello spermatozoo compie 33 anni.

Auguri amore!


sabato 8 dicembre 2012

Puo’ succedere.....

Puo’ succedere che il giorno dell’Immacolata sia diverso da come te lo eri immaginato

Può succedere che l’albero di Natale crolli poco prima dell’ora di cena

Che i biscotti su cui avevi lavorato tutta la settimana come addobbi natalizi ti rotolino in tutta casa

e si vadano a nascondere in ogni angolo remoto

può succedere che lui ti dica

‘è colpa di quella vite difettosa, avrà ceduto completamente

Ho ancora mezz’ora ce la possiamo fare. Rinuncio alla cena e cerchiamo di sistemare l’albero’.

Può succedere che lui per questo salti la cena

Ma che comunque quella vite non si riesca a sistemare,

perché la canalicola su cui si avvolge è completamente andata.

Può succedere che lui ti dica

“sono mortificato, ma non ho più tempo devo andare a lavorare”,

anche se è di notte, anche se è l’Immacolata, anche se è ingegnere.

Può succedere che guardi la tua casa,

e ti sembri Beirut, con quell’albero smembrato, i biscotti in mezzo a casa

le ghirlande di pop corn sparse sul pavimento,

i lecca lecca sul divano, le caramelle dietro le porte.

Può succedere che fuori faccia freddo e tiri forte il vento

E un po’ ti senta sola in un giorno di festa.

Può succedere che ti venga il ciclo in anticipo,

anche se il giorno dopo hai un matrimonio,

anche se indosserai un tubino fasciante,

anche se che cavolo poteva aspettare un paio di giorni.

Può succedere che poi pensi

Che c’è gente che ha problemi più seri di un albero rotto in mezzo a casa,

di biscotti sparsi sul pavimento, di lecca lecca sul divano, e caramelle dietro le porte

di un marito al lavoro il giorno dell’Immacolata,

di un ciclo il giorno di un matrimonio.

Alla fine gli alberi si aggiustano

i biscotti sparsi sul pavimento, i lecca lecca sul divano, e le caramelle dietro le porte si raccolgono

il marito a fine turno a casa torna

e il tubino fasciante va benissimo anche con il ciclo.

Può succedere che il giorno dell’Immacolata pensi

“I miei problemi si aggiustano. Sono fortunata!”

 Buona festa dell’Immacolata!!!!

giovedì 6 dicembre 2012

Ma non dovevi tornare alle 22


- Amore ma non dovevi tornare alle 22.00?

- Si, ma qui la cosa sta andando un pò per le lunghe. Farò un pò tardi... tu vai a letto tranquilla

- Ma come sta andando la festa a sorpresa per i 70 anni del tuo manager di quando andavi a calcetto?

- Bene..... Hanno organizzato una cena come se fosse un matrimonio....pensavo fosse una cosa tranquilla...e invece.. comunque figo....della mia vecchia squadra ci sono quasi tutti....

- E i giocatori della Roma? Sono già arrivati ?

- No, in realtà  alla fine non vengono.....Chi ha organizzato la festa ha cambiato idea.... hanno preferito far venire tre spilungone brasiliane che ballano praticamente ignude strofinandosi sul festeggiato

- Cosa sono questi gridolini che sento?

- No....nulla sono quei cretini dei miei amici....

Silenzio

- Ok va bene non far tardi.

Bussola è andata a letto ma non è riuscita a prender sonno. Si è girata un paio di volte sotto le coperte in attesa di dormire. Quando Fab è tornato ha mostrato la massima noncuranza nell'alzarsi dal letto, ha preso i suoi vestiti e gli ha infilati in una busta di plastica trasparente con  guanti appositi. Ha sigillato bene l'involucro ed ha scritto con cura maniacale a mano l'indirizzo per la spedizione "RIS Reparto Investigazione Scientifica di Parma" con raccomandazione di analisi biologica e genetica.
Si attendono i risultati

mercoledì 5 dicembre 2012

Un attimo in seconda fila


- Ti lascio in seconda fila, e scendo un attimo in farmacia.

Se mi si lascia parcheggiata in seconda fila, soprattutto se la macchina non è la mia, a me sale l'ansia. Ma è sera, fuori piove che la manda giù e in fondo quando potrà mai stare Fab in farmacia, e con sto tempo c'è poca gente in giro?!

Ma per la legge di Murphy nemmeno il tempo di finire il pensiero e una madre e una figlia si infilano dentro la macchina a cui noi occupavamo il passaggio. Per onor del vero, loro non hanno fatto una piega, si sono accomodate in macchina ed hanno acceso il motore.

Io per un retaggio primordiale, inizio a friggere sul sedile.

Prendo il cel e chiamo Fab, per accellerare la sua uscita, ma nessuna risposta.

Non sapendo che fare allora esco dalla macchina e mi imbuco nella Farmacia. Lui è alla cassa, che paga.

- Faaaab devi spostare la macchina perchè blocchiamo il passaggio.

Lui quando mi vede strabuzza gli occhi, e si affretta a prendere il resto. Uscito dalla Farmacia, realizza cosa ho fatto.

- Ma sei uscita dalla macchina?

- Emmmmm si

- E l'hai lasciata così, per lo più accesa?!....

- oddio si.....ho... fatto questo!!!!!!

- Ma con le chiavi attacchate?!?!? Poteva infilarsi uno qualsiasi e portarcela via, senza neanche fare lo sforzo di accendersela

- Ommioddio c'erano le chiavi attaccate?!?!?!

- Ma scusa non eri capace a spostarla tu????

- E' la tua macchina mica la mia..... io sta macchina non la capisco..... va a bottoni..... non ha la chiave....

- E' l'unica differenza!.....per il resto è una macchina normale come la tua

Bussola per la restante sera si è mortificata. Ha messo a calendario tra i buoni propositi dell'anno 2013 provare a guidare la macchina di Fab. Voleva andare al letto senza cena per punizione, ma poi ha pensato che il buon proposito era sufficiente e non erano necessarie ulteriori flagellazioni

lunedì 3 dicembre 2012

Questione di fede


- Bussola hai messo la fede al contrario

- No, sta bene, è sulla destra

- E infatti la fede si mette a sinistra, guarda gli altri.... dove hanno la fede?

- mmmm.... a sinistra....

- Ti ricordi che anche al corso prematrimoniale, quando il prete ci chiese dove si mettesse la fede se a destra o a sinistra.... di venti persone tu fosti l'unica che urlasti a gran voce a destra creando il silenzio e lo stupore generale

- Ma perchè secondo me il lato destro è quello più importante, è la mano con cui scrivo, il braccio che afferra i pesi più pesanti, la mano su cui la testa si poggia quando è stanca.... la mano destra ha ruoli impegnativi, più della sinistra, quindi secondo me è giusto non privarla dell'autorità di avere la fede

- Si ma il cuore è a sinistra....o meglio rivolge la punta a sinistra. Ricordati almeno di questo, no?! L’usanza di infilare l’anello al dito anulare della mano sinistra pare derivi dagli antichi romani che credevano che in quel dito passasse la vena collegata al cuore, ce lo spiegarono al corso. Questo te lo ricordi?

- mmmm... no

Dopo questa affermazione l'anulare del dito della mano destra di Bussola è piombato in un profondo stato di depressione. Si cuoce dentro per esser considerato un dito di serie B. Bussola, in un momento di distrazione di Fab, gli ha promesso che qualche giro nella fede lui se lo tornerà presto a fare e lui si è subito ringalluzzito 

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...